Conti in rosso, chiude l’asilo nido di Quinto di Treviso

QUINTO. Dopo quasi 35 anni Quinto resta senza asilo nido. Il Suor Domenica della Casa Domus Nostra, l’unico presente nel territorio comunale (nidi in famiglia esclusi), si avvia a chiudere i battenti. Troppo gravi le pendenze economiche che gravano sulla Congregazione delle suore di Nostra Signora del Buon Pastore. Circa 45 mila euro, ogni anno negli ultimi 5 anni, la cifra che rimaneva scoperta e a cui, fino a questo anno scolastico (totale, oltre 200 mila euro) ha fatto fronte l’ordine religioso, che ha sede a Roma. Così farà per l’ultima volta anche con il buco di circa 40 mila euro del 2018.
RETTE INSUFFICIENTI. Le rette pagate dai genitori, infatti, unite ai finanziamenti pubblici, non risultano sufficienti per coprire tutte le spese di gestione. Su queste gravano i nove dipendenti dell’asilo (sette maestre, una addetta alle pulizie, una cuoca). L’attività, che era nata nel 1985 su richiesta del Comune (il municipio non ha mai disposto di uno proprio, chiese all’epoca di allargare il servizio che le suore portavano avanti con i figli delle ragazze madri ospitate alla Domus), proseguirà fino al 31 luglio. Poi sarà chiusura definitiva, come deciso a Roma e comunicato ai genitori dei 35 bimbi che frequentano il nido. La struttura, nata nel 1962 per l’accoglienza di ragazze madri con minori nella cornice di Villa Ciardi, continuerà solo con tale vocazione rivolta alle donne in difficoltà. Le famiglie dovranno pertanto trovare un altro servizio per i loro bimbi dai 6 mesi ai 3 anni. Ed altra soluzione dovrà ricercare ovviamente il personale. In minima parte potrebbe venire riassorbito: si deciderà nelle prossime settimane.
«NO ALL’AUMENTO». L’alternativa, che da Roma non si è inteso percorrere perché contraria allo spirito dell’ordine, visto che avrebbe escluso ulteriormente le famiglie a basso reddito, sarebbe stata quella di aumentare di almeno 150 euro le quote mensili per le famiglie. «È stata una scelta dolorosa e difficile per tutte le conseguenze che porta con sé, ma la Congregazione non poteva rimanere indifferente di fronte ai numeri», dice suor Teresa Linda, che dal 2005 dirige i servizi della Domus Nostra.
INCONTRO CON I GENITORI. La chiusura dell’asilo Suor Domenica, che attualmente offre alle famiglie un servizio dalle 7. 30 del mattino alle 18, è stata anche al centro di un incontro tra genitori, comitato di gestione e direzione. Della situazione di precarietà finanziaria, che avanzava da alcuni anni con bilanci in passivo, le famiglie erano già a conoscenza. Ora è arrivata la doccia fredda. «La Congregazione ha preso atto di tutte le iniziative e gli sforzi fatti dalle educatrici, con la collaborazione dei genitori, per ridurre le perdite economiche», si legge nella lettera inviata dalla direttrice suor Teresa alle famiglie, «ma a fronte delle diminuzioni significative dei contributi degli enti pubblici mantenere attivo un nido privato oggi significherebbe condividerne i costi reali aumentando in modo significativo la quota delle famiglie». Tra gli aspetti che vengono sottolineati nella lettera, poi, si ritrova il fatto che l’attivazione del servizio nido non rientra tra quelli vicini alla Congregazione, vocata al supporto della donna in situazione di difficoltà. La struttura, in ogni caso, negli anni aveva raggiunto standard d’eccellenza, venendo accreditata dalla Regione Veneto con il punteggio massimo. «Abbiamo comunicato la decisione della Congregazione il prima possibile, in modo che le famiglie possano trovare nuove soluzioni per i propri bambini», aggiunge suor Teresa, «daremo comunque il massimo supporto nella prossima fase di cambiamento».
IL PIANO B. La comunicazione sulla chiusura dell’asilo nido, in queste settimane, è giunta anche in municipio, che sostiene il servizio del nido Suor Domenica con 550 euro per bambino all’anno. «C’è un profondo dispiacere per un servizio alle famiglie che va a chiudersi così come per i lavoratori oggi a rischio» dice sulla questione il sindaco di Quinto Mauro Dal Zilio, «la realtà della Domus si era rivelata una struttura importante , con una proposta superiore alla media. Al momento stiamo valutando altre soluzioni per sopperire alla mancanza prospettata: le difficoltà, però, non mancano». Tra le ipotesi avanzate, di cui si è discusso anche nell’assemblea con i genitori, quella che le maestre attualmente in forza all’asilo Suor Domenica avviino un progetto educativo all’interno di un’altra struttura, ad esempio unendosi in cooperativa. Tale prospettiva, tuttavia, non è così scontata.
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