Con Restyling un Teo Teocoli a tutto campo

Felice Caccamo, giornalista sportivo napoletano, fulvo, occhialoni anni Sessanta, striminzita giacca azzurra, con il suo tormentone "Gira la palla, gira la palla", guida la pattuglia di personaggi come Macho Camicho, il marocchino, Peo Pericoli , il colonnello Stoppani, Gianduia Vettorello, Zobeide, Il Ciurlo, Abelardo Norkis ed altri.
Raccolti in un unico nome, arriva Teo Teocoli che venerdì, per l'unica tappa in Veneto, va alle 21 all'Accademia di Conegliano con "Restyling Faccio Tutto", una sintesi tra cabaret e varietà, con canzoni, "maschere" inconfondibili e storie con perifrasi esilaranti che rendono lo spettacolo un viaggio e una serata da ricordare.
Una specie di riassunto di una vita artistica?
«Non esageriamo» sorride lo show-man tarantino di nascita e milanese d'adozione, «Si tratta di un insieme di personaggi di canzoni, di ricordi e aneddoti. Racconto i miei viaggi, i retroscena della mia carriera. Uno show di più di due ore dove faccio quello che credo mi riesca meglio: far ridere la gente».
In quest'Italia tumultosa c'è ancora spazio per il varietà?
«Non lo so, per il restyling teatrale senz'altro, per il varietà, specie se televisivo, non mi pare. Mi chiamano per fare il giudice nei talent show ma io dico no perché voglio fare il mio mestiere che è far ridere la gente».
Nostalgia per le straordinarie uscite televisive come "Mai dire gol"?
«Mi permetto solo di dire che "Mai dire gol" e "Quelli che il calcio" avevano numeri che oggi non esistono più: 43% di share».
Dal titolo di questo show, ci si può aspettare un restyling totale?
«No, non ho cambiato tutto rispetto ai miei show precedenti. I personaggi storici, da Caccamo a Celentano a Ray Charles, li faccio perchè me li chiedono, ma atmosfera e situazioni sono rinnovate. Racconto la vita con fini non sempre ridanciani».
Ci pensa un po' e poi: «In fondo io sono un malinconico. Sono cresciuto in pieno dopoguerra, un mondo in bianco e nero».
Ci sono dunque da attendersi sorprese da questo itinerario di cui si dice non esista una scaletta precisa, ma il confluire di emozioni e di ispirazioni del momento?
«Come sempre improvviserò, anche perchè l'improvvisazione per me è un'esigenza visto che ho una memoria molto poco allenata. Per esempio parlerò della mia amicizia con Battisti, quando gli facevo da chaperon, visto che era appena arrivato a Milano ed era un po' un pesce fuor d'acqua. Sono stato io il primo che lo ha portato a Mogol... Oppure del mio raporto con Salvador Dalì e con la moglie Gala di cui fui ospite per più di un mese».
Nato a Taranto, vissuto un po' a Reggio Calabria, città dei tuoi genitori, e poi Milano. Dove ti piacerebbe di più vivere una volta attaccate "le battute al chiodo"?
«Mettiamola così. Se l'Italia si dividesse davvero in due, come vuole qualcuno, io, nonostante sia un simbolo di milanesità, me ne tornerei al Sud».
Da più parti si immagina che Teo Teocoli, che ha anche scritto un libro "Io ballo da solo", sia personaggio che prende fuoco facilmente.
«Sì, sono stato litigioso, soprattutto con i potenti, e non me ne pento. Tanti hanno provato a mettermi i piedi in testa, magari offrendomi di fare lo scemo con il Gabibbo. Li ho mandati a quel paese».
In questo spettacolo si presenta un Teocoli a tutto tondo in un viaggio a ritroso nella sua carriera di attore, cantante, ballerino. Un nuovo "one man show" cucito sulle sue migliori doti, un ritorno alle origini e all'essenzialità della comicità attraverso tutte le forme di spettacolo leggero: gli appunti comici e l'effervescenza dei personaggi più famosi che egli vuol regalare agli spettatori in veri e propri "pamphle". Ingresso da 14 a 31 euro. Info: www.teatroaccademia.it tel. 0438-22880. Alla fine dello spettacolo, con 35 euro, la festa continua con "A cena con gli artisti", il dopo teatro nella locanda Da Lino a Solighetto.
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