Claudia Augusta, una casa che scotta «Anziani più al sicuro lì che altrove»

II sindaco Giuliato in cerca di soluzioni, mentre scoppia la rivolta dei famigliari: «È un’eccellenza per il territorio»

CASALE SUL SILE

Il sindaco Stefano Giuliato, i suoi assistenti sociali, la polizia locale e il personale dell’Usl 2 da ieri si sono messi al lavoro per concretizzare l’ipotesi di sgombero dei ventinove anziani ospiti della “casa vacanze” Claudia Augusta. Il loro futuro? Più incerto che mai. «Stiamo valutando caso per caso», spiega Giuliato, «Quella di oggi è una ricognizione sullo stato di salute generale degli ospiti e della struttura. Nelle prossime settimane continueremo l’attività di inserimento in strutture adeguate, iniziata già nel dicembre scorso e congelata durante l’emergenza coronavirus. Attendiamo però anche di conoscere quali saranno i parametri e i protocolli per l’inserimento di nuovi ospiti nelle Rsa e l’eventuale necessità di esami».

Da lunedì il primo cittadino di Casale è stato nominato “custode” dell’ex albergo lungo il Sile riconvertito in struttura di assistenza per anziani autosufficienti. Questo incarico è stato stabilito a corollario del lento, ma inesorabile procedimento giudiziario a carico della struttura, innescato da un’ispezione dei Nas effettuata lo scorso 20 dicembre sotto il comando del maggiore Giuseppe Mercatali. In quell’occasione, oltre al mancato rinnovo del certificato antincendio (le cui prescrizioni sono state nel frattempo sanate), fu stabilita la presenza nella “Casa Claudia Augusta” di soggetti anziani non autosufficienti, che per legge possono essere assistiti solo in strutture accreditate come “casa di riposo”. Ipotizzando dunque un esercizio abusivo di professione, i militari avevano trasmesso alla procura gli atti e cinque mesi dopo, proprio su richiesta della procura, il gip Marco Biagetti ha disposto il sequestro preventivo dell’immobile affidando al sindaco Giuliato il ruolo di “commissario”. Nel frattempo il rappresentante dell’associazione “Home Claudia Augusta”, Angelo Tonolo e il gestore Giuliano Nalesso risultano indagati.

Il caso Claudia Augusta a Casale sul Sile, dopo mesi di silenzio, è scoppiato dunque puntuale in pieno inizio della fase 2. Ma i famigliari non mollano. Da subito infatti i parenti degli ospiti si sono costituiti in un comitato, formando anche un’associazione: «Chiederemo un colloquio urgente con il procuratore e con il sindaco», ribadisce il portavoce Tommaso Todesca, «e diffidiamo quest’ultimo dal procedere allo sgombero, perché spostare gli ospiti in questa fase significherebbe mettere a rischio la loro salute. Dobbiamo sottolineare che in questi mesi sono state osservate tutte le prescrizioni tecniche, a partire dall’installazione di una vasca di laminazione, per un valore di 70 mila euro interamente a carico della proprietà, e la Casa Claudia Augusta, inquadrata regolarmente tra le associazioni di utilità sociale della Regione Veneto, è stata efficacemente impermeabile nei confronti dell’emergenza Coronavirus, cosa che non si può dire per molte altre Rsa accreditate. Questa non è una casa di riposo, non vuole esserlo nè tanto meno sembrarlo: in questi mesi già sei ospiti non autosufficienti sono stati trasferiti rispettando le prescrizioni. La struttura è di fatto in sicurezza, in regola, e rappresenta una valida alternativa nel territorio nell'ambito dei servizi agli anziani». —

matteo marcon

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