Cittadella dell'ospedale Spunta il centro commerciale

Negozi di prodotti sanitari e ortopedici, una parafarmacia, uno sportello bancario, un’edicola, alimentari, bar, forse anche un ristorantino. E altro ancora: il progetto della nuova Cittadella Sanitaria del Ca’ Foncello prevede anche degli spazi commerciali a servizio degli utenti della struttura ospedaliera, dei punti vendita che, di fatto, trasformeranno la Cittadella in una entità autosufficiente. Unico requisito necessario: i negozi dovranno essere compatibili con il sistema ospedaliero ma anche con le destinazioni d’uso del piano regolatore di Treviso.
La novità è contenuta nel carteggio della conferenza dei servizi del 22 luglio sulla Cittadella della Sanità dell’Usl 9, che pone anche fortissimi interrogativi sul futuro sistema viario, con il rischio di ingorghi e rallentamenti al traffico, per non parlare del nodo dei parcheggi. Il progetto, dal costo di 224 milioni di euro, secondo Ca’ Sugana è infatti debole per quanto riguarda parcheggi e capienza dell’attuale sottopassaggio di via Venier, urge quindi un nuovo collegamento stradale a nord dell’ospedale, tra il Ca’ Foncello e Fiera, ad oggi non previsto.
Ma oltre ai prevedibili nodi del traffico, ecco spuntare dalle carte la vocazione in parte commerciale della Cittadella: «Ci saranno alcuni negozi», conferma l’assessore all’Urbanistica di Ca’ Sugana Paolo Camolei, «ma dovrebbero essere tutti strettamente legati all’ambiente sanitario. Sarà costruito anche un nuovo bar, ma lo ritengo giusto e necessario». Al Ca’ Foncello nascerà insomma un nuovo polo commerciale. Che cosa ne pensano gli addetti ai lavori? Guido Pomini, presidente dell’Ascom: «Bisogna conoscere a fondo il progetto: è naturale che una cittadella come quella abbia bisogno dei negozi e di servizi necessari a una particolare utenza. Sarebbe impensabile nascesse senza. Anche perché tutto ciò che uscisse da questa specifica logica troverebbe già in città con un’offerta più che abbondante. Spero e credo che chi ha progettato la cittadella sia perfettamente a conoscenza di quello che sta accadendo in città come nel Veneto in termini di difficoltà del commercio. Una cittadella del genere porterà a un aumento del traffico ospedaliero: è naturale abbia bisogno di servizi interni, come un’altra edicola, una parafarmacia, al massimo un piccolo alimentari per le prime necessità. E magari laddove questi servizi vengano già offerti da negozi prossimi all’ospedale, si potrebbe chiedere a quegli esercenti se desiderano spostarsi all’interno della cittadella. Se tutto verrà fatto secondo questa logica, quindi, non vedo dove sia il problema. Ma se così non fosse, valuteremo il da farsi».
Franco Gariboldi Muschietti, presidente Federfarma: «Potrà ospitare al massimo parafarmacie, i cosiddetti negozi di vicinato che possono somministrare medicinali senza obbligo di ricetta. Farmacie lo escludo: c'è una pianta organica prestabilita in base al numero di abitanti. A Castelfranco, come a Mestre già esistono. Questo stimolerà una certa concorrenza, ci sarà da rimboccarsi le maniche, ma una concorrenza sempre relativa. Le farmacie sono l’anello terminale delle strutture pubbliche; il problema si porrà solo nel caso in cui si volesse liberalizzare la vendita di farmaci con prescrizione medica, ma per ora non è così. Oggi si trovano corner di parafarmacie ovunque, anche nei supermercati».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso