Cinquant’anni fa la firma tra la famiglia Giol e i mezzadri E il volto di San Polo cambiò

Il 26 giugno del 1971 la cessione da parte della nobile famiglia del vasto territorio agricolo ai lavoratori segnò la fine di un’epoca  
Alessandro Viezzer

l’anniversario

Esattamente 50 anni fa, era il 26 giugno 1971, a San Polo di Piave si attuò la riforma agraria con la fine della mezzadria, arcaico istituto giuridico soppresso con la legge 756 del 1964, che avrebbe vietato entro il decennio successivo la stipulazione di nuovi contratti di mezzadria o colonia parziaria. A cedere un vasto territorio agricolo ai mezzadri, che fino ad allora dovevano “sopravvivere” col 50% dei proventi agricoli, fu la nobile famiglia Giol di San Polo. Il 26 giugno 1971 le signore Vittoria Angeli, vedova di Americo Giol, e Antonietta Baggio, vedova di Vittorio Giol, con la figlia Luisa, firmarono l’atto preliminare per la cessione di 440 ettari di terreni, comprensivi di beni immobili, scorte, attrezzature e bestiame, ai mezzadri che conducevano i fondi da almeno due generazioni.

La data segna anche la fine di un’identità geografica iniziata oltre mille anni prima col Patriarca di Aquileia, poi transitata sotto la Repubblica di Venezia, poi a Cristoforo Mauruzi da Tolentino e alla famiglia Gabrieli. A inizio Ottocento, le terre passarono ai Vivante, ricca famiglia ebrea, poi ai Papadopoli per due terzi e ai Mioni per un terzo, fino all’ultimo passaggio nel 1919 al commendator Giovanni Giol. Negli anni Sessanta si verificarono duri conflitti al fine di ottenere miglioramenti economici, tra i mezzadri e la famiglia Giol, che soffriva per la mancanza di discendenza maschile. La proprietà tentò di vendere singolarmente i vari poderi per realizzare di più, ma fu bloccata dalla parte sindacale, in particolare dalla Cisl. Così racconta lo storico locale Vinicio Cesana: «La domenica, dopo messa, organizzavano pure comizi sindacali. Si arrivò alla soglia dello scontro fisico fra mezzadri e forze dell’ordine per il taglio dei pioppi, che allora prevedeva il tronco al proprietario e le ramaglie ai mezzadri. Le signore Giol, per superare la criticità, decisero di vendere parte della loro quota all’Ente delle Tre Venezie, che poi la cedette alle famiglie mezzadrili, tramite mutui trentennali all’1% d’interesse. La firma del preliminare fu l’input per la ripresa rurale, con coltivazioni sempre più specializzate, meccanizzate e redditizie, mentre sui terreni liberati dal vincolo agricolo si svilupparono grandi aree abitative, artigianali, commerciali e industriali, che diedero vita alla configurazione attuale morfologica di San Polo».

È recente il rinnovo del direttivo della “Fondazione Vittoria e Americo Giol”, presieduta ora da Daniele Ongaro, incaricata di valorizzare parte del patrimonio donato dalla famiglia, che insiste nella zona dell’Agenzia Giol: un insieme di potenzialità storiche e artistiche dell’intero complesso che attendono una solida riqualificazione. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso