Chiuse in casa la compagna Condannato a otto mesi per sequestro di persona

M.fil.

vittorio veneto

Una scenata di gelosia, una discussione tra due conviventi e la minaccia dell’uno di non fare uscire di casa l’altra. È il mix di fatti che sta alla base di un processo che ha visto ieri condannato a 8 mesi un 55enne italiano del Vittoriese, E.P. (difeso dall’avvocato Elsa De’ Giusti), alla sbarra con l’ accusa di sequestro di persona.

I fatti risalgono all’autunno del 2017, quando la coppia attraversa un breve periodo di crisi. La goccia che fa traboccare il vaso è l’uscita di casa, una sera, della donna, una quarantenne. L’uomo non la prende proprio bene e all’indomani le chiede conto di quell’uscita notturna. «Con chi sei uscita ieri sera? Dove sei andata?», sono le domande incalzanti dell’uomo alle quali la compagna non intende rispondere.

A quel punto scatta il ricatto. «Bene, se non mi dici con chi sei stata, tu da qui non esci». La donna spaventata prende il cellulare e invia un messaggio al padre nel quale spiega la situazione. Temendo probabilmente il peggio, il genitore avvisa i carabinieri di Vittorio Veneto. In tutto, il sequestro dura una ventina di minuti. Il tempo che serve al padre di percorrere la strada e raggiungere la figlia nella sua abitazione con il compagno. Fu davvero un sequestro di persona oppure un reato meno grave come la violenza privata, come la stessa difesa ha sostenuto in aula? È questo l’oggetto del contendere del processo, terminato ieri pomeriggio in un’aula del tribunale di Treviso, davanti al giudice Leonardo Bianco. Secondo la difesa, non si trattò di sequestro di persona, prova ne sia il fatto che la donna ha potuto tranquillamente chiedere aiuto al padre con il cellulare. In ogni caso, da parte della donna non ci fu alcuna denuncia. A fare scattare d’ufficio il procedimento penale nei confronti del cinquantacinquenne vittoriese è stata la telefonata del padre della donna e il conseguente intervento dei carabinieri sul posto. La difesa ha già preannunciato l’Appello contro la condanna. All’uomo, in virtù di una recidiva, rischia di andarseli a scontare in cella.—



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