Chiude lo storico corniciaio Barbisan, “barone Soasa”

MOGLIANO. Nel soprannome con cui è conosciuto c'è il mestiere che ha svolto per oltre quarant'anni: “soasa”. Il termine, in dialetto veneziano, significa “cornice”. Quella di Giancarlo Barbisan era infatti un'arte antica, quella del corniciaio. Tanto da diventare, per tutti, il “Barone Soasa”. La sua bottega, al civico 10 di galleria Olof Palme, vicino alla stazione dei treni, da quest'anno chiude i battenti. Un'altra storica attività del centro moglianese abbassa le sue saracinesche: «Sono molti i motivi che mi hanno fatto prendere questa decisione» spiega l'artigiano, residente a Mestre ma moglianese d'adozione «il lavoro è calato notevolmente quasi non ne vale più la pena, i proprietari del negozio sono intenzionati a vendere, inoltre ho fatto domanda e ottenuto di andare in pensione». Il “barone soasa” il mestiere di corniciaio l'aveva imparato fin da giovane: «Lavoravo a Marghera e quando finivo davo una mano nel laboratorio di un mio amico» racconta «il dopo militare, sono stato assunto, dal 1970, a Mestre, producevo cornici per la galleria d'arte Acquario, che ora non c'è più. Nel 1973, l'anno in cui è nata anche l'iva, mi sono messo in proprio. All'inizio avevo un negozio in via IV Novembre e poi nel 1976 mi sono trasferito in Galleria Olof Palme».
Alla soglia dei quarant'anni di attività lo storico corniciaio moglianese chiude i battenti. Di spazi, nel mercato ce ne sono sempre meno. «Tra alti e bassi sono riuscito a tener botta fino ad oggi» racconta. Quale era la sua peculiarità? «Ci sono i corniciai e i tagliatori di cornici, è una questione di gusto». E chi, in questi anni, si è rivolto a lui per la scelta del colore giusto e dello stile più appropriato, non può che condividerne, da qualche settimana, solo il ricordo.
Matteo Marcon
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