Chiude la Eos di Spresiano, la fabbrica delle giostre giganti

Per quasi un ventennio ha prodotto mega attrazioni per l’estero. Libri in tribunale per mancanza di “ordini”

SPRESIANO. Un sogno durato per 19 anni, fatto di creature alte tredici metri, montagne russe ed effetti speciali. Ma finito sotto i colpi della crisi in un mercato diventato troppo altalenante. Il tribunale di Treviso ha dichiarato il fallimento della Darsiè srl, l’azienda che con il marchio Eos si era specializzata nella realizzazione di giostre e parchi tematici.

Negli ultimi anni l’azienda con sede in via Antelao a Spresiano era già ricorsa al concordato.. Un mercato, quello in cui operava la Eos, fortemente legato alle circostanze economiche e ai progetti nei Paesi esteri, dove ancora vengono realizzati parchi a tema.

Ma per un’azienda di questo genere bastano un paio di commesse in meno per rischiare tutto. Il tribunale ha nominato Andrea Cester curatore fallimentare, i creditori potranno entro il 23 maggio presentare la domanda di insinuazione nel passivo.

La Darsiè era nata nel 2000 e inizialmente si era occupata delle giostre per le fiere itineranti; dieci anni dopo, la svolta. Stop alle carovane e alle sagre, e apertura a ricchi, emiri e fondi d’investimento. Una clientela più ricca e per certi versi più affidabile.

Nel 2013 una delle commesse più importanti per la Eos. Un parco tematico - Mazakaland il nome - a Kayseri nella Turchia centrale, costato qualcosa come 25 milioni di euro. L’azienda di Spresiano si è occupata dei 75 mila metri quadri di parco outdoor e dei 10 mila metri quadri di parco indoor.

Eos Rides si era occupata del layout del parco, la scelta delle giostre, il logo e la mascotte, ed è stata soprattutto l'unico fornitore delle attrazioni. Trenta in tutto, dalle grandi montagne russe alla torre a caduta, dal fiume “ride” alla ruota panoramica.

Negli anni sono arrivati anche clienti in Cina, Arabia Saudita, Pakistan, India, Stati Uniti, Emirati Arabi. Un successo che sembrava non conoscere crisi, continuato recentemente, un paio di anni fa, con la realizzazione di un grande King Kong, alto più di 13 metri. Una statua che si muove, ruggisce, sbuffa, mentre attorno passano i trenini delle montagne russe. Il King Kong gigante era stato creato per un parco in Tunisia.

È stata però l’ultima grande commessa ottenuta dall’azienda di Spresiano, che col tempo ha ridotto produzione e fatturato, fino a dover chiedere il concordato.

Il periodo di transizione però non è bastato a sistemare conti e a trovare fondi necessari per ripartire, e il tribunale ha dichiarato il fallimento dell’azienda. Finisce un’epoca, finisce un sogno. 
 

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