Chiude il Cavallino, patria del baccalà

CASTELFRANCO. Preparare il baccalà ai vicentini è come vendere ghiaccio agli esquimesi. Eppure Orfeo e Bianca della trattoria al Cavallino a Poisolo ci sono riusciti per oltre 35 anni: anche dalla patria indiscussa del baccalà, oltre che da tutto il Veneto, approdavano qui numerosissimi clienti, attirati da una preparazione che faceva indubbiamente la differenza. Purtroppo una delizia che rimarrà solo un ricordo: Bianca Zandonà ha deciso di chiudere definitivamente le serrande. Un’intenzione maturata in segreto, mascherata con una chiusura per ferie, finora: forse per non far soffrire i clienti, che ancora telefonano per prenotare per una porzione di baccalà. Bianca ha deciso di dire basta dopo la morte del marito Orfeo Padovan, avvenuta due mesi fa: una grave malattia se l'è portato via in pochi mesi. Ma anche perché ormai era più la spesa che l'impresa: troppe tasse per una azienda a carattere familiare. "«Ci stavamo mangiando i risparmi di una vita per tenere aperto - dice Bianca - purtroppo il giro di clienti non è più quello di una volta. la crisi dell'edilizia ci ha fatto mancare gli operai che a mezzogiorno facevano tappa qui. Poi da qualche anno siamo tagliati fuori dal traffico che prima di passava davanti in via Brenta». Il traffico, a dire il vero, c'è ancora: ma ora passa sopra la testa di Bianca, sulla strada sopraelevata della nuova statale del Santo. «Orfeo aveva tentato di opporsi, ma non c'è stato nulla da fare». Bianca ha detto stop dopo 47 anni di lavoro insieme al marito. «Abbiamo cominciato a Caerano, prima alla trattoria al Cristo poi da Susin: abbiamo mollato il lavoro in fabbrica, non sapevamo neppure fare un caffè». Poi l'arrivo a Castelfranco: il ristorante aveva già il baccalà tra i suoi piatti forti, ma con Bianca e Orfeo è diventato un must: solo qualità ragno e quattro ore di cottura. Bianca è stata "complice" di molte massaie, che facevano credere ai mariti di essere state ore ai fornelli: in realtà passavano di qui dopo essere state al mercato. Perchè il baccalà era anche per esportazione. Il locale non ha mai perso la sua personalità familiare con i piatti semplici della tradizione. È stato tra i rari a continuare a proporre la "renga" in occasione della Quaresima, fino all'ultimo. Ora niente più cene conviviali con baccalà nelle sue diverse declinazioni: in insalata, ovvero lesso, mantecato e alla vicentina.
Davide Nordio
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