Cesana, nuovo attacco alla famiglia di Tonon Botteon spara a zero

VITTORIO VENETO. L'ultimo atto prima del commissariamento dell'Ipab Cesana Malanotti, ad un mese dalla scadenza del cda. La presidente uscente, Tiziana Botteon, spara ad alzo zero contro tutti, tirando in ballo presunti conflitti d'interesse, in particolare quello della sorella del sindaco, Tiziana Tonon, ex dirigente e licenziata per presunte irregolarità nell'assunzione. Una denuncia che fa intendere il probabile commissariamento. «Non basta dare la parola al vicesindaco in conferenza stampa» afferma in riferimento all'incontro della giunta, nei giorni scorsi, con i giornalisti «per superare il conflitto di interessi che anima il sindaco Tonon nella famosa vicenda della sorella (Tiziana, ndr), attualmente decaduta a seguito di controlli e verifiche sulle procedure relative al suo reclutamento presso il Cesana Malanotti a partire da 1992: Bolzan Fidelma, mamma in CdA, Tonon Roberto, fratello in Consiglio Comunale, per continuare con il concorso pubblico interno, unica concorrente, su una procedura avviata, guarda caso da lei stessa». Ma le constatazioni della presidente uscente non finiscono qui. «Se poi vogliamo andare a verificare le compatibilità o meglio le incompatibilità, dei ruoli, scopriamo ad esempio che l'assessore Costa, dipendente Usl, è stato presidente del Cesana nel 1989/90, Massimo Santonastaso medico dipendente Usl, Paolo Moschini, dirigente dipendente Usl, Giannantonio Dei Tos, medico dipendente Us»l. In una lunga nota Botteon traccia la storia dell'Istituto e cerca di dimostrare perché non è solo patrimonio dei vittoriesi, per cui, a ragione, il cda uscente ha proposto una sua diversa composizione: 2 consiglieri per Vittorio Veneto, altri 2 per San Vendemiano e uno per l'Ulss. «Nonostante i ripetuti tentativi strumentali tesi ad indurre a ritenere la Ipab come un ente controllato dal Comune, si evidenza» controbatte Botteon «che l'Ipab risponde alla Regione e ai suoi ospiti, essendo questi i soggetti che versano contributi e rette ed ai quali vengono forniti servizi e prestazioni socio-sanitarie che nulla hanno a che fare con l'amministrazione comunale». La giunta ricorrerà al Tar contro la modifica dello statuto.
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