«Cerco un lavoro part-time per salvare la mia libreria»

La titolare della San Leonardo Alessandra Cervellini: «Così o devo chiudere»
borghesi agenzia foto film treviso libraia alessandra cervellini libreria san leonardo
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Da quanto tempo è aperta la libreria?

«Dal 2001: sono maggiorenne. Da quando è stata aperta l’università, nei primi tempi avevamo la segreteria davanti all’ingresso. Io ho studiato architettura, poi mi sono sposata giovane e ho fatto la mamma. Aprire una libreria è sempre stato il mio sogno e si è avverato».

Adesso però alle difficoltà del settore si sommano alle conseguenze dell’emergenza Covid.

«Aver chiuso il 10 marzo e riaperto a fine aprile, mi ha fatto perdere, almeno il 60% del fatturato. Per poter salvare la libreria sto cercando lavoro part time per poter organizzare gli orari e conciliare le due attività, intanto conto di farlo per tutta l’estate, poi vediamo. Spero di riprendermi nel prossimo futuro: da settembre a novembre e da febbraio ad aprile di solito lavoro di più».

Durante l’emergenza la San Leonardo è stata una delle prime ad organizzarsi con la vendita a domicilio

«Sì sono partita subito, avevo l’impegno con gli ordini degli studenti quindi ho spedito i libri agli universitari tornati a casa durante l’emergenza, anche nelle Marche, in Sardegna, perché hanno continuato a far lezione on line e i libri servivano. E poi ho cercato di fare servizio in bicicletta in centro città».

E com’è andata?

«Purtroppo il lockdown ha incentivato l’acquisto online. Per fortuna la legge sull’editoria impone il limite del 5% di sconto. È molto importante per le librerie indipendenti come la mia».

Perché la scelta di aprire una libreria universitaria?

«Nel 2001 avevo risposto a un’esigenza del mercato visto che apriva l’università. Ho sempre vissuto nel sogno di aprire una libreria, poi nel 2003 il mio socio se ne è andata. Ho lavorato per un distributore di Padova al quale avevo venduto e nel 2014, quandolui voleva chiudere, l’ho ripresa».

Oltre ai libri organizza conferenze e mostre.

«Da allora ho cercato di sviluppare altre cose: ho ospitato la sede di Libera di don Ciotti, poi ho cominciato a lavorare nello spazio espositivo con mostre di fotografia e grafica. E conferenze con docenti universitari che vengono a parlare di alcuni temi: la Costituzione, il filone di storia russa e altri. Con la chiusura della libreria Adler ho ampliato la sezione professionale, adesso mi appassionano i libri per bambini, la sto ampliando con l’aiuto di un amico libraio di Mestre. Per fortuna è una fascia che ancora ha mercato». —

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