Cercano Belen nuda, trovano la truffa

«Polizia di Stato, ti abbiamo controllato, sei entrato in un sito proibito e il tuo computer è stato bloccato». È il messaggio apparso sugli schermi di decine di trevigiani, navigatori della rete, e soprattutto dei suoi tanti nodi dedicati al porno.
A svelare la truffa gli investigatori della polizia postale che hanno raccolto le tante testimonianze delle vittime ed avviato l’indagine tutt’ora in corso. Difficile il lavoro degli agenti che si sono trovati davanti l’imbarazzo di chi preferiva «evitare di rendere pubblica la cosa».
Tutto avveniva in un clic. La schermata della «polizia» occupava lo schermo e fermava il disco fisso. Per riattivare le funzionalità del computer, la «polizia» dava il codice iban di un conto corrente dove dovevano essere versati immediatamente 100 euro. «Paga e tutto tornerà a posto». Ma una volta effettuato il versamento (e sono stati in molti a farlo) il computer rimaneva bloccato.
Il raggio d’indagine è ampissimo, anche perchè pare che il virus sia più confinato solo ai siti porno. L’ultima segnalazione è arrivata infatti da una donna di 70 anni che stava facendo ricerche per delle ricette dei cucina.
Gli accertamenti hanno permesso di capire poi che il conto corrente cui faceva riferimento l’avviso era stato aperto in una banca nigeriana, e che le prime apparizioni della fantomatica schermata risalivano ad alcuni mesi fa, quando esplose lo scandalo del video hard di Belen Rodriguez. Consci di trovare in rete molte possibili vittime (in quei giorni si registrò infatti un boom di accessi ai siti hard da parte di persone che cercavano le immagini della showgirl), i truffatori tempestarono la rete del «virus-polizia» che circola ancora oggi. La Questura lancia l’allarme: «Chi si trova vittima di questi messaggi deve contattarci immediatamente».
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