C’è un Guttuso nel lascito gli eredi lo mettono all’asta

Nella villa di un notaio una sessantina di opere d’arte tra quadri e sculture Mancano i certificati di autenticità: arrivano galleristi da tutta Italia per le perizie

Pieve di Soligo

Nell’eredità del notaio spunta un olio su tela a firma di Renato Guttuso, misure 50x60 centimetri. Che ora finisce all’asta. Ha fatto drizzare le antenne ai galleristi d’arte di mezza Italia, che in questi giorni stanno dando vita a una processione laica per verificarne l’autenticità: nel lascito ereditario di un notaio solighese morto qualche anno fa, infatti, c’è anche un vero tesoro artistico finito all’asta perché tra i figli eredi è nata una controversia che infine ha chiamato in causa un liquidatore. Una sessantina di pezzi tra quadri, stampe, statue in bronzo. Con un problema, però: di quasi tutto mancano i certificati di autenticità. Su alcune opere i dubbi sono pochi, come per esempio tre bronzi dello scultore Carlo Balliana. Per altre, invece, il discorso è più complicato.



Come per la “Natura morta” a firma di Renato Guttuso, pittore – nonché senatore – nato nel 1911 e morto nel 1987. Un nome di spicco, che sta attirando nella Marca diversi amanti e professionisti dell’arte, galleristi in primis. Se si tratta di un’opera autentica dell’artista palermitano, il prezzo rischia di lievitare considerevolmente, ben oltre i 300 euro prudenzialmente fissati come base da Aste 33, la società trevigiana che cura la vendita delle opere. Per questo motivo, negli ultimi giorni diverse persone hanno sfruttato la possibilità di visionare l’opera per cercare tracce della sua autenticità, con analisi meticolose durate anche ore intere. Nessuno ovviamente si sbilancia, ma l’aria attorno all’opera si è fatta decisamente elettrica.



Non c’è solo Guttuso, però, a calamitare le attenzioni. Tra varie stampe e litografie, per esempio, c’è anche un altro quadro, “San Giorgio” a firma di Virgilio Guidi, e un “Paesaggio” a firma di Riccardo Schweizer. Ma la lista è lunga, e comprende anche opere a firma di Ernani Costantini, pittore e scrittore veneziano. “A firma”, anche in questo caso, significa che così dice il tratto autografo, ma mancano i certificati di autenticità. Il fatto che a possedere le opere fosse un uomo facoltoso e amante dell’arte, però, ne aumenta l’aura e il conseguente interesse. Il sospetto è che i certificati di autenticità e gli expertise delle opere fossero conservati tutti assieme in un piccolo archivio o in qualche cartellina o valigetta, spariti però chissà dove in questi anni dopo la scomparsa del notaio.



Ora va tutto all’asta, come detto, perché tra i figli eredi del notaio non è stato trovato un accordo di spartizione delle opere d’arte rimaste nella villa di famiglia ed è nata una controversia che ha portato al coinvolgimento di un liquidatore. Sarà Aste 33 a curare la vendita con un’asta telematica asincrona, ovvero aperta per diversi giorni: si parte martedì 10 novembre alle ore 10 e il termine è fissato per il giorno venerdì 20 novembre sempre alle ore 10. La vendita è accessibile dal sito www.astemobili.it. I prezzi base sono bassi ma, come detto, del tutto indicativi: il Guttuso parte da 300 euro, ma è chiaro che in caso di ragionevole certezza sull’autenticità il valore dell’opera possa tranquillamente superare la decina di migliaia di euro. Staremo a vedere. —



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