Cava Morganella di Ponzano, il Comune rinuncia al ricorso
Il contenzioso davanti al Tar con la Regione Veneto era iniziato nel 2021. Il sindaco: «Non possiamo impedire scavi più profondi, l’accordo porta benefici»

Dopo anni di discussioni e rinvii, il Comune di Ponzano ha deciso di chiudere la partita della cava Morganella. La giunta, guidata dal sindaco Antonello Baseggio, ha approvato la delibera che sancisce la rinuncia al ricorso al Tar contro la Regione, ponendo fine a un contenzioso iniziato nel 2021.
L’inizio
All’origine della causa c’era il decreto regionale che autorizzava nuovi scavi più profondi nella cava tra Ponzano e Paese, una decisione che aveva sollevato timori per la falda idrica e l’ambiente.
«È un discorso che parte da lontano» spiega Baseggio «Le cave sono competenza della Regione, non dei Comuni. Noi abbiamo cercato di ottenere il massimo per la comunità: sicurezza, controlli e risorse. Dopo anni di attesa abbiamo capito che il ricorso non avrebbe portato benefici, mentre la convenzione firmata con la ditta ci garantisce risultati concreti».
L’accordo, approvato nel 2023 e registrato quest’estate, prevede per Ponzano un contributo di circa 150 mila euro all’anno e altri soldi alla chiusura della cava, oltre alla sistemazione di opere pubbliche e alla modifica dell’accesso, ora dalla statale Feltrina.
«In questo modo» spiega il sindaco «abbiamo tolto il traffico dei camion da via Morganella, migliorando la sicurezza dei residenti. Il prossimo anno inizieremo anche a sistemare la zona nord della cava, dove nascerà un’area verde e uno spazio per i cani, in collaborazione con l’Enpa».
L’amministrazione prevede inoltre di destinare parte delle risorse ricevute a interventi di manutenzione stradale e a nuovi progetti ambientali, come la piantumazione di alberi lungo la viabilità rurale e il potenziamento dell’illuminazione pubblica nelle zone più vicine al sito estrattivo, per restituire gradualmente al territorio una maggiore qualità e vivibilità.
Il fronte ambientale
Sul fronte ambientale, Baseggio rassicura: «La Regione ha approvato un piano di monitoraggio dell’acqua con nove pozzi attorno alla cava. I controlli vengono fatti regolarmente e i risultati di questi giorni dicono che l’acqua è pulita e potabile. È giusto vigilare, ma non tutti i problemi che si sentono in giro dipendono dalla cava: l’acqua arriva da lontano, e in passato le aree industriali più a monte avevano già inquinato il sottosuolo».
La scelta
Il sindaco parla di una scelta “di buon senso”.
«Abbiamo preferito un accordo utile per i cittadini a un processo lungo e incerto» spiega «Grazie alla convenzione possiamo seguire da vicino l’attività della cava e investire i contributi in opere pubbliche. La Regione continuerà a vigilare, ma anche noi potremo farlo con più strumenti».
Critico invece il gruppo civico “Rete Ponzano”, che parla di resa: «Le ragioni del ricorso erano chiare: la tutela della falda e i limiti di profondità dello scavo. Ora quei problemi non esistono più? Dopo tanti rinvii, arriva la rinuncia. I cavatori potranno scavare senza ostacoli».
La cava Morganella, attiva da molti anni tra Ponzano e Paese, è una delle più grandi del Trevigiano. Il progetto di approfondimento, autorizzato nel 2020 e confermato nel 2022, consente di scavare fino a 60 metri con controlli costanti da parte della Regione. —
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