Vivono ancora in auto dopo mesi, la casa è un’emergenza aperta

La vicenda della coppia che staziona all’ex Foro Boario di Castelfranco riaccende il dibattito. Miotti: «La fragilità va accompagnata verso l’autonomia, non solo assistita»

Davide Nordio
Lotfi Mabrouk accanto all’auto in cui vive con Kalthoum Bahri
Lotfi Mabrouk accanto all’auto in cui vive con Kalthoum Bahri

Una soluzione abitativa d’emergenza deve andare insieme ad un percorso verso l’autonomia e la responsabilizzazione. A sottolinearlo è l’assessore al sociale Oscar Miotti dopo un approfondimento avvenuto nella giunta comunale in rifermento ad alcune situazioni personali.

Nello specifico il caso di una coppia tunisina, Lotfi Mabrouk e Kalthoum Bahri, che è tornata ad abitare all’interno di un’automobile in Foro Boario. Un caso che era emerso dalla pagine del nostro giornale circa un anno fa, tornato d’attualità dopo che la coppia aveva segnalato in un post (poi cancellato) che era stato rifiutato loro il riempimento di una tanica d’acqua.

Pare che siano in aumento le richieste di abitazioni d’emergenza perché per l’assegnazione delle case popolari occorrerà attendere ancora, almeno fino a fine anno. Il bando ha visto pervenire 245 domande, di cui 233 ammesse: 15 gli alloggi già disponibili che dovrebbero raddoppiare nel biennio di validità della graduatoria. Un ritardo generato dalle verifiche, ma soprattutto dai ricorsi per cui ad oggi non è ancora possibile assegnare nessun alloggio.

Da qui la precisazione da parte dell’amministrazione comunale sulle modalità di concessione di un alloggio d’emergenza. «L’assegnazione di un alloggio comunale in situazione di emergenza non è mai un atto casuale o frettoloso», spiega la nota del comune, «avviene solo dopo un attento e condiviso processo, che prende in considerazione la presenza di un progetto sociale attivo, l’assenza di soluzioni abitative alternative realistiche, una situazione economica fragile ma con almeno una fonte di reddito e l’assenza di reti familiari o sociali attivabili. A vigilare su questo iter sono gli operatori sociali, i responsabili di servizio, l’amministrazione comunale e l’Azienda per l’Edilizia Economica e Popolare».

L’assessore al sociale Oscar Miotti ammette che «tra le emergenze più importanti che abbiamo sul tavolo vi è la casa». «Ma più che la casa», prosegue, «vi è una gestione incauta dell’economia familiare una non corretta programmazione delle risorse della famiglia e quindi l’inevitabile caduta in ristrettezze economiche. Molto spesso chi non è abituato a gestire la sua economia familiare non è in grado nemmeno di pagare 150 o 200 euro al mese di affitto. La politica che si vuole portare avanti è una responsabilizzazione delle famiglie affinché si approdi ad una vera autonomia».

Un concetto ribadito anche dal sindaco Stefano Marcon: «La nostra amministrazione conferma il proprio impegno a favore dei più fragili, operando con trasparenza, rigore e umanità. Offrire una casa non significa solo dare un tetto, ma accompagnare le persone verso l’autonomia e l’inclusione sociale. Ringrazio il Servizio Sociale e tutti gli operatori che, con professionalità e discrezione, lavorano ogni giorno per costruire una comunità più giusta e solidale».​​​​​

 

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