Casa venduta a sua insaputa

Falsificate firme e sigilli notarili dello studio Stiz: inchiesta per truffa aggravata

Ritrovarsi la casa venduta a propria insaputa. Chiedere conto di quell’atto di vendita e scoprire che è pure suffragato da atti notarili con tanto di sigilli. È accaduto a due imprenditori di Conegliano che, una volta rinvenuti dallo choc, hanno presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Treviso. Ne è nata un’indagine (i querelanti sono assistiti dall’avvocato Pio Ori) per truffa aggravata. I truffatori avrebbero fatto le cose in grande: sono riusciti a falsificare i sigilli di un notissimo studio notarile trevigiano, quello di Ada Stiz. Come abbiano fatto a riprodurre quei sigilli è oggetto dell’inchiesta, coordinata dal nucleo di polizia giudiziaria della guardia di finanza. I sigilli infatti rappresentano l’atto di autenticazione ultima del notaio, insieme alla sua firma. Non si tratta di un timbro qualunque, ma di un sigillo emesso dalla Zecca dello Stato. Nessuna denuncia di furto o smarrimento sembra sia mai stata presentata da parte del notaio. Certo è che i truffatori sono riusciti a contraffarli. Come? Questo è oggetto di indagine, ma pare che abbia giocato un ruolo importante la tecnologia. Potrebbero aver utilizzato una stampante 3D o apparecchiature simili. I finanzieri stanno cercando di ricostruire quanto avvenuto: la riproduzione delle firme e dei sigilli era quasi identica all’originale. Quel “quasi” ha fatto scattare l’allarme e quindi l’indagine. La denuncia è arrivata fin sul tavolo del procuratore Michele Dalla Costa, che ha fatto scattare l’inchiesta della guardia di finanza. Sembra che i truffatori abbiano scelto di falsificare i sigilli dello studio Stiz proprio perché considerato al di sopra di ogni sospetto. Ora spetterà ai finanzieri scoprire se si tratta di un caso isolato oppure se nella rete della giustizia sia caduta un’intera rete di truffatori sparpagliata sull’intero territorio nazionale.

Nella trappola dei truffatori, almeno da quanto emerso fino a oggi, oltre ai due imprenditori coneglianesi sono caduti il notaio di Treviso e l'agenzia di viale della Repubblica della Banca popolare di Puglia e Basilicata. È ancora al vaglio, invece, la posizione dell'acquirente, un pordenonese.

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