Capelli rasati: «In nazionale è un rito»

Federico Colbertaldo, tricolore di nuoto nei 1.500, minimizza sul caso del baby nuotatore di Caldogno: «Una goliardata»
Di Enzo Favero

MONTEBELLUNA. Scoppia il caso Colbertaldo. Il campione di nuoto montebellunese ha giustificato come un atto di goliardia la rasatura dei capelli per scarso rendimento ad un ragazzino di 11 anni di una società vicentina in occasione di una gara in Svizzera, mentre mezza Italia si indignava per quanto avvenuto. «Il taglio dei capelli è una pratica diffusa ed è vissuta da tutti con spirito goliardico», spiega il nazionale di nuoto, campione italiano e primatista europeo in carica dei 1500 in vasca corta. Il caso è nato per una risposta ad un utente sul blog di Stefano Arcobelli, de “la Gazzetta dello Sport”. Ne è nato un putiferio. Che per Federico Colbertaldo è nato in questo modo: «Ho dato una risposta ad un utente che su quel blog attaccava quello che definiva nonnismo», dice il campione di nuoto, «Ho scritto una frase in cui mi limitavo a far presente che nella quasi totalità dei casi la pratica viene fatta e subìta con spirito goliardico, ma se poi intervengono i genitori e minacciano denunce allora tutto cambia».

Il caso, però, parla di una rasatura, non per spirito di iniziazione, non come biglietto d'ingresso nel gruppo, ma di punizione per scarso rendimento. «Mi sembrava di aver capito che anche in questo caso, come negli altri, fosse stato un gesto tra atleti e quando rimane all'interno del gruppo di atleti è goliardia», continua Colbertaldo, «si complica tutto quando ci sono di mezzo degli adulti. In questo caso i genitori che denunciano certamente, lo fanno perchè vogliono difendere il loro figlio, ma penso che per il ragazzo sia un trauma maggiore essere chiamato a testimoniare in un processo che vedersi tagliare i capelli dai compagni di squadra».

Ma non è un atto di violenza? «Precisiamo una cosa: non difendo certo pratiche violente nei confronti dei ragazzi, non conosco direttamente il caso, parlo invece di una pratica di iniziazione comune nel mondo del nuoto». In che senso comune? Significa che la rasatura dei capelli viene fatta spesso agli atleti. «Per chi non conosce il mondo del nuoto può sembrare strano, ma questo rito di iniziazione è comune», spiega Federico Colbertaldo, «Il ragazzo che arriva per la prima volta ai campionati italiani, ai campionati assoluti, alla nazionale, viene sottoposto a questo rito di iniziazione fatto con spirito goliardico e comunemente accettato. È in pratica il rito di ingresso nel gruppo e tutto viene fatto e accettato all'interno del gruppo. È quanto capita alla matricola. Se poi uno ci tiene in particolar modo ai suoi capelli e rifiuta di farseli tagliare, se li tiene. Cosa che accade qualche volta in occasione dei campionati giovanili. Ma di solito quando si arriva in nazionale per la prima volta, tanta è la soddisfazione di aver raggiunto il massimo, che nessuno solleva obiezioni per il taglio dei capelli. Che, ripeto, viene fatto dai compagni di squadra, non da allenatori o altri adulti».

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