Caccia aperta al Pokemon, la Marca è un videogame

Ben 500 iscritti per “la prima” sfida virtuale nata dal cartone animato. In campo giovanissimi e non solo armati di telefonino e voglia di correre
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO IL GIOCO -MAKEMON GO- GIOCATO IN CITTA'
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO IL GIOCO -MAKEMON GO- GIOCATO IN CITTA'

Attento il Pokemon è dietro di te! A quel punto lui dosa bene la forza, lancia una Poke Ball e lo cattura.

Adesso Pikachu, il piccolo roditore con pelliccia gialla che vagava in piazza dei Signori, è suo.

Sono bastati pochi minuti ad Alessandro, 16 anni di Casier, nickname da giocatore Dachi33, per aggiungere Pikachu al suo allevamento di creature virtuali. Ieri pomeriggio era in centro a Treviso per giocare con Pokemon Go, il videogame più popolare del mondo, appena sbarcato in Italia. A Treviso sta prendendo piede rapidamente e su Facebook sono già nati cinque gruppi.

AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO IL GIOCO -MAKEMON GO- GIOCATO IN CITTA'
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Più di cinquecento iscritti, suddivisi in team (giallo, rosso e blu), che si scambiano consigli e si danno appuntamento in città per scovare i mostriciattoli. Questi moderni cacciatori metropolitani sono adolescenti, universitari e trentenni nostalgici del celebre cartoon inventato da Satoshi Tajiri. Ora però addio joystick e divano, il nuovo tormentone impone scarpe da ginnastica e voglia di muoversi. I Pokemon infatti non sono più confinati dietro allo schermo di un videogame, ora che Nintendo li ha liberati, si trovano in palazzi, chiese e monumenti. Per riuscire ad avvistarli, occorre installare sullo smartphone la app che, grazie alla tecnologia Google Earth (la stessa con cui guardiamo la Terra dal computer) permette di geolocalizzare gli zombie digitali. La fotocamera del cellulare fa il resto, rendendoli visibili nell'ambiente attraverso lo schermo. Treviso risulta particolarmente affollata. Camminando per una mezzora, Dachi33 si è imbattuto in una decina di mostri. Il telefonino vibra ed ecco che ai Buranelli sbuca Caterpie, Pokemon coleottero.

AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO IL GIOCO -MAKEMON GO- GIOCATO IN CITTA'
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO IL GIOCO -MAKEMON GO- GIOCATO IN CITTA'

E' subito battaglia, ma l'animale riesce a fuggire. Pochi passi, a palazzo dei Trecento il cellulare vibra di nuovo. Un Pidgey sbatte le ali ma finisce imbrigliato nella rete del nostro giocatore. Provare per credere. Tutto è così vero che la fantasia si materializza, non a caso si parla di “realtà aumentata”. L'isola della Pescheria e la Restera, sono habitat ideali in cui pescare Krabby (granchi), Magikarp (pesci) e Rattata (simili a nutrie). Al calar della sera invece, il Duomo pullula di zombie come Zubat mentre al cimitero di San Lazzaro vagano gli spettri Gastly. E poi, ci sono le palestre, dove i team dei cercatori di Pokemon possono sfidarsi. Per provare l'ebbrezza di una competizione sul ring basta andare alla fontana delle Tette. Mentre i turisti si scattano foto ricordo, alcuni ragazzini gareggiano. Tutti con la faccia attaccata al cellulare e le dita che si muovono a tempo di record. Accade lo stesso alla chiesa di San Liberare. Il posto giusto per trovare uova, pozioni energetiche e trappole è invece la Piramide di Simon Benetton in via Campana.

Ma i Pokemon stanno lentamente invadendo anche le periferie trevigiane. Qualche avvistamento a H-Farm, l'incubatore di imprese a Roncade, nella chiesetta di Selvana, tra i negozi dell'area commerciale di Silea e a Villorba.

Il perché di tanto successo? Per Dachi33, la risposta è scontata: «Il gioco ti fa entrare in una dimensione avvincente in cui sei protagonista, Piace a tutti per la forte interazione con la realtà e i continui colpi di scena».

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