Ca’ Robinia, lo Stato rivuole i tre milioni

. Al via il processo davanti alla Corte dei conti per il caso Ca’ della Robinia. Oggi a Venezia la prima udienza di fronte alla Procura contabile per gli otto citati a giudizio dal sostituto procuratore Chiara Imposimato, tra loro anche l’ex assessore Remo Sernagiotto, a cui viene chiesto, insieme agli altri, di rifondere gli oltre tre milioni (3.092.012 euro) incassati dalla cooperativa prima della revoca del finanziamento (che ammontava invece a 3,4 milioni di euro totali). L’udienza, fissata dal presidente Carlo Greco, potrebbe concludersi con un rinvio per consentire ai giudici contabili di decidere sulle richieste avanzate dal sostituto procuratore. Fabio Crea, legale di Sernagiotto, è invece intenzionato a chiedere una sospensione del procedimento alla Corte dei conti, in attesa che si completi invece il procedimento penale.
Le indagini
A guidare il lavoro della magistratura contabile sono state le indagini condotte in tutti questi mesi dalla Guardia di finanza, che hanno fatto da base per l’inchiesta penale chiusa con il patteggiamento per Bruna Milanese (due anni e quattro mesi), i figli Stefano e Selene Bailo (rispettivamente un anno e otto mesi e due anni) e di Roberto Ferro (unico escluso dalla richiesta della pm della Corte dei conti). Nel mirino dei pm trevigiani ci sono ancora l’ex assessore regionale ed ex europarlamentare (non è stato rieletto alle ultime europee a cui era candidato con Fratelli d’Italia), Remo Sernagiotto, l’ex direttore dei servizi sociali regionali Mario Modolo, l’ex proprietario della discoteca Giancarlo Baldissin (che ha fondato la cooperativa a cui è stato venduto il Palace), che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, e il consulente finanziario Egidio Costa. La Procura contabile invece chiede gli oltre tre milioni di euro a Remo Sernagiotto, Bruna Milanese, Pierino Rebellato, Selene e Stefano Bailo, Giancarlo Baldassin, Mario Modolo.
I finanziamenti
La coop aveva ricevuto un finanziamento regionale per realizzare, nell’ex Disco Palace di Nervesa, una fattoria didattica per dare lavoro a disabili. Peccato che invece sia stata allestita una birreria, poi affittata a una ditta esterna e successivamente chiusa quando, a causa dello scandalo, il Comune ha revocato le relative licenze. Resta poi aperto ancora un altro fronte che potrebbe vedere risoluzione anche questo in estate. La prossima settimana infatti, il 19 giugno alle 15.30, nello studio della notaio Sara Ristori a Conegliano ci sarà la quarta asta per la vendita del complesso. La base da cui si parte è di 589.200 euro. Oltre 254 mila euro è il valore attribuito all’ex discoteca, 193 mila abbondanti all’ex ristorante. —
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