Bracconaggio, prime prescrizioni

Il processo continua, anche se le violazioni contestate in materia di caccia sono cadute in prescrizione. Dopo lo stop inaspettato del gennaio scorso dovuto alla richiesta di far tradurre a un interprete le intercettazioni telefoniche in dialetto veneto stretto, il procedimento penale a carico di nove persone accusate di traffico illecito di uccelli da richiamo, in altre parole bracconaggio, si arricchisce di questo nuovo particolare: i reati più gravi rimangono in piedi ma si tornerà in aula a giugno.
Alla sbarra ci sono il responsabile di un centro di cattura di volatili di Cordignano, il 52enne Maurizio Pasini, due dipendenti della Provincia di Treviso (Efrem Bolzan, un guardiacaccia ora in pensione e l'impiegata Edy Gerotto poi spostata in un altro settore dall'amministrazione provinciale), e altre sette persone: si tratta di Pasquale e Andreas Carlet, Ettore e Loris Garatti, Gianluigi Botteon e Ferruccio Fogale.
Varie anche le ipotesi accusatorie: si va dal maltrattamento di animali all'abuso d'ufficio (contestato ai due funzionari della Provincia) passando per il furto aggravato (per cui è imputato Pasini facendo riferimento agli uccelli che sarebbero stati sottratti al patrimonio faunistico). Il gup Silvio Maras, accogliendo il 2 novembre 2011 il patteggiamento a 4 mila euro di multa per un cacciatore, aveva rinviato a giudizio nove persone disponendo però per tutti il non luogo a procedere per l'accusa più grave, quella di associazione a delinquere. I fatti vennero alla luce in seguito a un'inchiesta svolta dalla Guardia Forestale che portò, nel febbraio del 2008, al sequestro del centro di raccolta di Cordignano di Maurizio Pasini. Secondo l'accusa l'uomo, con il placet dei dipendenti della Provincia che avrebbero avuto il compito di eseguire i controlli, avrebbe avuto a sua disposizione una quantità illecita di uccelli da richiamo tale da permettergli di rivendere al mercato clandestino le eccedenze.
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