Botte e denunce tra famiglie a Colfosco per il Prosecco

SUSEGANA. Le viti bruciate chimicamente di notte, la rissa, l’arrivo dei carabinieri, le denunce incrociate. Una vicenda da Prosecco Western quella arrivata ieri in aula al Tribunale di Treviso, per la prima udienza di fronte al giudice Alberto Fraccalvieri.. Lo scenario sono le colline di Colfosco. Qui la famiglia Bronca, titolare di un’azienda agricola – difesa dall’avvocato Maschio – ha piantato alcune viti, non incontrando il gradimento però dei vicini. Anzi Olga Gava e Renata Tesser, madre e figlia, difese dall’avvocato Enry Altoè, non avrebbero perso tempo e avrebbero chiesto rassicurazioni ai vicini che lì non sarebbe stato usato glifosate e altri prodotti chimici per salvaguardare le viti. Rassicurazioni che sarebbero arrivate.
Però improvvisamente, dopo qualche settimana, in quella vigna alcune piante hanno iniziato a morie. Alcune viti sarebbero state avvelenate chimicamente. Dopo alcuni episodi successivi, i Bronca allora si sono attrezzati per cercare di capire chi fosse il responsabile di quelle morti improvvise delle viti. Perché gli elementi di un attacco da parte di qualcuno non esattamente contento di quelle vigne c’erano tutti.
Hanno cominciato a fare degli appostamenti notturni, finché una notte – siamo nell’estate del 2016 – hanno visto alcune persone nei loro terreni. Avvicinatisi, avrebbero riconosciuto Olga Gava e Renata Tesser, vicino a delle viti dalle cui foglie gocciolava una miscela di diserbante e glifosate in grado di bruciare le piante.
Ne sarebbe scaturita una rissa, di cui entrambe le parti hanno riportato i segni visibili sul corpo.
Sul posto sono arrivati i carabinieri, che hanno trovato le persone coinvolte tra le vigne dell’azienda agricola. Ma la versione di Gava e Tesser è diametralmente opposta. Sarebbero loro le vittime dell’aggressione da parte dei vicini quella notte, mentre stavano diserbando il loro giardino. Secondo la denuncia, le due erano intente a diserbare l’erba cresciuta nel muretto di confine della loro abitazione, quando i Bronca le avrebbero prese alle spalle e aggredite. Le avrebbero poi trascinate nel loro vigneto, e si sarebbe spruzzati da soli il diserbante sulle vigne per dimostrare di aver subito il danneggiamento da parte dei vicini. E sarebbe dunque questo il motivo per cui i carabinieri, intervenuti, hanno trovato le due famiglie tra le viti dell’azienda agricola. Versione tutta da verificare, ovviamente.
Da qui sono scattate le due denunce per lesioni e per danneggiamento, che la Procura ha deciso di riunire in un unico procedimento. Ieri dopo avere ascoltato il carabiniere intervenuto a Colfosco, Fraccalvieri ha rinviato l’udienza dei testi a maggio, lasciando il tempo alle parti di rimettere le querele.
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