Bortuzzo, volevano uccidere anche la fidanzata: è duplice tentato omicidio

Svolta nell’inchiesta. E venerdì Manuel ha compiuto 20 anni abbracciando, per la prima volta, gli agenti che lo soccorsero

MORGANO. Sparatoria a Roma contro Manuel Bortuzzo e la fidanzata, le indagini sono chiuse. E c’è una novità: per la Procura è stato un duplice tentato omicidio. Nel mirino dei malviventi c’era infatti Manuel, ma anche la sua fidanzata.. Questa, infatti, l’accusa che con l’aggravante dei futili motivi - unita a rissa e detenzione abusiva d’arma - i magistrati del tribunale di Roma, chiudendo le indagini in questi giorni, hanno formulato nei confronti di Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, rispettivamente 24 e 25 anni.

Bortuzzo non camminerà più, l'intervista quando sognava le Olimpiadi: "Sono un pesciolino in mezzo agli squali"

Sono loro i reo confessi che, nella notte tra il 2 e il 3 febbraio scorsi nel quartiere romano dell’Axa, hanno sparato tre colpi di pistola contro il nuotatore trevigiano di Morgano, compromettendone l’uso degli arti inferiori, ma anche contro la sua fidanzata Martina, rimasta miracolosamente illesa. I due malviventi, entrambi di Acilia, frazione di Roma capitale - anche Martina è di Acilia - con precedenti e vicini alla criminalità organizzata, vedono così cadere l’ipotesi della premeditazione, dovranno però rispondere di tentato duplice omicidio. I due, con quei tre colpi, non volevano uccidere solo Bortuzzo ma anche la fidanzata. I bersagli, insomma, secondo le ricostruzioni, erano due.

La notizia della chiusura delle indagini è arrivata ieri, all’indomani del giorno in cui Bortuzzo - venerdì 3 maggio - ha compiuto vent’anni. «Il fatto che il tentato omicidio fosse duplice possiamo darlo per certo, sfido chiunque a negarlo visto che sono partiti tre colpi» è il commento del papà di Manuel, Franco Bortuzzo, «Su tutto il resto non mi esprimo, anche perché non so nulla.

 

Abbiamo avuto fin da subito riposto la massima fiducia in tutte le istituzioni e continuiamo convinti a riporla. Ora lasciamo che la magistratura faccia le proprie valutazioni: accetteremo quella che sarà l’eventuale sentenza».

E ieri per Manuel, aldilà di tutto, è stata una giornata di festa ed emozione. Oltre all’abbraccio dei genitori e della fidanzata, la prima ad averlo soccorso quella tragica sera, Manuel ha incontrato infatti per la prima volta anche i due agenti della Polizia di Stato che, in attesa dei soccorsi, l’hanno tenuto vigile. Sono passati tre mesi da quell’agguato. In serata, invece, una cena con gli amici del nuoto, gli stessi con cui la giovane coppia aveva trascorso la serata nel locale all’Axa prima della sparatoria. E papà Franco, da parte sua, ha incontrato quelli che definisce «angeli», cioè gli inquirenti che fin da subito si sono messi sulle tracce di Marinelli e Bazzano, che una volta accortisi di essere braccati si sono costituiti.

Bortuzzo, Manuel torna a Ostia: "Questa storia mi ha fatto credere in me stesso"

«Quanto accaduto a Manuel non deve più succedere: di fronte a persone delle Forze dell’ordine come quelle che abbiamo incontrato non ci sono parole di gratitudine per il successo ottenuto», aggiunge Franco, «mi fanno solo dire di essere orgoglioso di essere italiano». Manuel, dopo il risveglio, sta continuando a lottare nel percorso neuroriabilitativo. «Continuiamo assieme, a testa bassa, a stargli al fianco e a dare il meglio assieme a lui: non ci abbattiamo, proseguiamo anche con il sostegno di quanti ci sono vicini». 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso