Boom da crisi al Monte dei Pegni di Treviso

Ogni settimana in 100 depositano oro e gioielli: anche professionisti in rosso
Per scampare ai morsi della crisi, i trevigiani (cento alla settimana) impegnano gioielli al
Monte dei Pegni
di via Manzoni: affari d'oro, in cresciuta del 5% nel 2010, con importi erogati per oltre
2 milioni
.


Di questi tempi la vera ricchezza è rappresentata dal denaro contante. Lo sanno bene i trevigiani. E non si pensi solo a operai, casalinghe, pensionati. Anche professionisti affollano il Monte dei Pegni di Treviso, istituzione storica rispolverata in tempi di crisi, affollata da un centinaio di persone che ogni settimana offrono oro e gioielli in cambio di carta moneta per pagarsi le spese più varie: il mantenimento dei figli, il dentista, il conto arretrato delle vacanze. O fronteggiare il rosso per essersi concessi uno standar più alto del dovuto.


Una rappresentanza di cittadini che per mantenere fede agli impegni più disparati è disposta a lasciare in pegno oggetti preziosi, spesso ricordi di famiglia, ottenendo in cambiofinanziamenti a tasso fisso - in genere a tre o sei mesi - e rientrare in possesso dei propri averi una volta restituito il debito


. «Si tratta di una formula molto utilizzata anche perché si basa sul valore del bene lasciato in pegno e non sul merito di credito del cliente - spiega
Paolo Figini
, da pochi mesi direttore commerciale
Unicredit
per l'area trevigiana -. Chi si rivolge al Monte è alla ricerca di liquidità che viene erogata in tempi brevi e senza passare per il rito del classico finanziamento. Stiamo crescendo in volumi e abbiamo rafforzato la struttura, all'interno della quale ci sono due impiegati compresa un'esperta gemmologa, una sala d'aspetto e vetrate che consentono un giusto grado di privacy».


Ogni giorno alla porta si presenta una media di 25 persone, sia uomini che donne, con un 30% di stranieri, in crescita negli ultimi anni. «Ma c'è uno zoccolo duro di cittadini che è ormai abituato al pegno - continua Figini -. Persone che per far fronte ad ogni evenienza, come una spesa improvvisa, scelgono la strada più diretta, impegnando un gioiello, che viene prontamente valutato, e firmati a stretto giro i documenti esce con i soldi in mano. Il taglio medio del finanziamento è basso, tra i 500 e i 700 euro, segno che si tratta di tante piccole emergenze, ma solo il 2% dei beni portati da noi a Treviso non viene riscattato, finendo così all'asta, contro il 5% del resto d'Italia».
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