BM&A, studio legale da “Oscar 2017”

Ottanta professionisti di cui 50 avvocati e il riconoscimento della prestigiosa rivista Top Legal Award
Le ultime frontiere sono l’e-comerce (con sito dedicato, molto più di una newsletter), e il cybercrime figlio del digitale. Il patrimonio storico, invece, la consulenza non stop al mondo del credito, Bcc in primis, innovativo format di consulenza a 360° e i servizi alle imprese, pacchetto che consenta loro di sostenere le sfide internazionali. Ma anche il supporto alle più grandi operazioni infrastrutturali e ospedaliere del Veneto e del Nord Italia, con una specializzazione nel project financing (chiedere alle giunte regionali). E ancora, ristrutturazioni aziendali, diritto agroalimentare, passando per lavoro, immobiliare, privacy, proprietà intellettuale, commercio internazionale.


Sedici sono i dipartimenti di BM&A, lo studio trevigiano di viale Montegrappa; ci lavorano in 80, di cui 50 avvocati. Una storia compatta, senza spin off nè scissioni, di 26 anni. Dai 4 soci fondatori (Bruno Barel, Antonella Lillo, Guido Masutti e Massimo Malvestio, ora uscito, ma la sua M è rimasta anche nel rinnovatissimo logo) ai 13 odierni: Bruno Barel, Guido Masutti, Antonella Lillo, Paolo Corletto, Vincenzo Pellegrini, Riccardo Manfrini, Marco Zanon, Diego Signor, Pietro Calzavara, Emilio Caucci, Stefania Stefan, Vittorio Titotto e Massimo Zappalà. Ben 9 di loro promossi internamente, in un’ottica di valorizzazione delle risorse e di una meritocrazia assai poco italiane. Una sede che ha ereditato i primi studi di via Battisti, vicino all’ex Provincia, e di San Vendemiano, e che oggi ai allarga a Milano con una succursale in ampliamento.


C’è questo, e molto altro, nell’Oscar 2017 quale miglior studio del Nord Italia che BM& A ha appena ricevuto, alla sua prima partecipazione. Il Top Legal Award promosso dall’omonima rivista specializzata. Per storia, dimensioni, servii offerti, e per la recentissima operazione di rilancio di Stefanel.


Tanto da far dire a Bruno Barel, «patriarca» per anagrafe, che «forse ci avevamo visto giusto, quella volta, a voler diventare un riferimento del territorio, in tutte le sue articolazioni ed espressioni, a cominciare dal tessuto economico e finanziario». E aggiunge: «Oggi l’area fra Venezia Milano e Bologna è l’avanguardia dello sviluppo europeo, è questa la nostra dimensione di riferimento»


L’orgoglio è palpabile, per una sfida vinta dalla provincia in grado di sfidare non solo i concorrenti di Milano e Roma, ma anche consolidate realtà straniere. Fondendo caratteri diversi in una specialissima collegialità, reclutando giovani e formandoli (con master all’estero), superando ben presto il concetto dello studio dove arrivano i clienti, applicando nello studio le tecniche di team bulding, «Qua ci muoviamo noi», dice Antonella Lillo, «il concetto che guida lo studio è di assicurare servizi e competenze, al pubblico come al privato, alle associazioni come alle imprese». Gestendone anche le criticità (Pedemontana e nuovi ospedali i veneti, c’è solo l’imbarazzo della scelta) e seguendo passo passo gli iter più complessi. Accettando anche nuove sfide, – le prossime il consumo di suolo e il recupero degli immobili in degrado o abbandonati, patrimonio dormiente da centinaia di miliardi – ma curando anche il fronte della scuola e dell’orientamento professionale.


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