Bloccato da giorni a Cuba dopo il disastroso tornado «Volo di ritorno sparito»

Momenti difficili per Antonio Carnovale, titolare della Due Ruote Point «Ho contattato anche l’ Ambasciata. Siamo ostaggio degli eventi» 

la disavventura

Prigionieri del tornado che ha devastato L’Avana. Antonio Carnovale, commerciante trevigiano, è bloccato con un amico a Holguin nel sud di Cuba. Con loro altre 150 persone che da domenica non riescono a decollare per tornare in Italia. Blue Panorama, la compagnia con cui sono arrivati a Cuba e con cui dovrebbero tornare, non ha ancora dato spiegazioni. «Non sappiamo il motivo dello stop dei voli e non sappiamo quando potremo partire», ha detto Carnovale. Su L’Avana domenica notte si è abbattuto un tornado con raffiche di vento da oltre 100 km/h, che ha devastato ampie zone della capitale: ha scoperchiato case, allagato interi quartieri. Il bilancio per il momento è di tre morti e 172 feriti. Danni anche nella zona a nord ovest della capitale, nelle province di Pinar del Rio e Artemisa, e a est nella zona di Mayabeque. Ma sono aree molto lontane da Holguin, che dista 700 km dalla capitale cubana. «Qui piove molto, ma la situazione non è grave», spiega, «non capiamo perché il nostro volo non stia partendo. Dovevamo tornare il 27 invece siamo ancora qui». Ieri, quando sembrava che l’aereo potesse partire, un nuovo blocco in aeroporto.

Le informazioni che arrivano dalle autorità cubane sono prossime allo zero, come quelle che possono giungere dall’Italia. In nessun organo di stampa internazionale, tanto meno cubano, si parla di una chiusura degli aeroporti; l’unica informazione diffusa dalle autorità locali è quella generica che precede ogni stagione dei cicloni: “In caso di condizioni meteorologiche estreme i voli da e per Cuba potranno essere cancellati o posticipati”. «Ho chiamato l’ambasciata per segnalare che siamo in 150 bloccati a Holguin, ma ancora non abbiamo avuto alcun tipo di riscontro», aggiunge. Per i 150 turisti partiti da Malpensa il 9 gennaio l’attesa comincia ad essere snervante. Sono già stati portati due volte in aeroporto con la promessa che sarebbero partiti, e invece hanno dovuto ricaricare le valige nelle corriere e tornare in hotel. «L’ultima volta ci hanno fatto fare il check-in, ci hanno pure dato i biglietti. Poi ci hanno fatto aspettare quattro ore e mezza in aeroporto. Alla fine, in piena notte e ancora senza alcuna motivazione, ci hanno fatto tornare in hotel. La situazione è difficile, perché ci sono molte famiglie e bambini di quattro anni. Ormai si vedono scene isteriche ed è comprensibile. Spero che l’ambasciata faccia qualcosa», continua Carnovale. Per lui disagi doppi. Il trevigiano è proprietario del negozio di biciclette Due Ruote Point in viale della Repubblica. Questa settimana avrebbe dovuto riprendere l’attività, ma le chiavi per riaprire le ha solo lui. «A Cuba non è facile comunicare via internet e via telefono. Mi stanno chiamando i fornitori, il proprietario dei muri perché non hanno più notizie di me. Non sono riuscito ancora a spiegare a tutti che siamo bloccati qui», conclude Carnovale. Che lo stop sia dovuto a danni al velivolo della compagnia o all’aeroporto? Supposizioni. Per adesso con lui restano bloccate centinaia di persone. —

Federico Cipolla

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