Biglietti bus, lo sciopero delle rivendite a Treviso

TREVISO. Da due giorni trovare un biglietto dell’autobus nel centro storico di Treviso è difficilissimo. Molti tabaccai infatti hanno incrociato le braccia rifiutandosi di vendere titoli di viaggio Mom ed altri hanno annunciato di non acquistarne più quando li avranno finiti. A innescare la protesta la comunicazione con cui l’azienda di trasporto pubblico della Marca ha comunicato la decisione (univoca) di modificare le percentuali dell’aggio sulla vendita dei biglietti.
Prima i tabaccai e gli edicolanti, così come i negozianti che fungevano da biglietteria, incassavano l’8% per ogni titolo di viaggio venduto. Mom in autunno ha deciso che dall’1 gennaio ogni rivendita avrebbe incassato il 3%, «indipendentemente dalla modalità di approvvigionamento». Apriti cielo. I tabaccai hanno subito fatto barricate, stessa cosa per le edicole. Gli uni e gli altri hanno chiesto un tavolo della trattativa con l’azienda di trasporto che però, dopo i primi contatti, non è riuscita a trovare un accordo prima dell’avvio della nuova tariffazione. Di qui la protesta, scattata di fatto ieri mattina quando un nutrito gruppo di rivenditori ha iniziato a respingere i clienti: «Biglietti? Non ne vendo più, per ora».
Succedeva così in piazza Borsa, centralissimo nodo del trasporto pubblico, ma anche nei pressi di San Vito e Ca’ dei Carraresi. Non ancora un fronte comune – va detto – visto che alcuni tabaccai ieri erano ancora sul chi va là, ma di sicuro una protesta destinata da allargarsi a macchia d’olio no appena molti rivenditori finiranno i biglietti che hanno ancora nel cassetto e si troveranno a decidere se acquistarne di nuovi (con le nuove condizioni), o no. «Concedere solo il 3% di guadagni sulla vendita dei biglietti è un’assurdità» diceva ieri una tabaccaia del centro, «vuol dire incassare 30 euro ogni mille euro di ticket acquistati, non vale nemmeno la pena...». «È incredibile che Mom abbia deciso un taglio del genere senza prima contattare le categorie» incalzava un altro tabaccaio della città, «inaccettabile passare dall’8% al 3%».
Molti sarebbero disponibili ad avviare una trattativa per arrivare la compromesso del 5%, ma non meno. Su questo si è impegnata la federazione tabaccai ed anche l’associazione trevigiana degli edicolanti. Sono loro al tavolo con Mom. A loro guardano i vari esercenti che nel frattempo stanno facendo fronte comune anche attraverso un gruppo facebook che punta a raggiungere anche le rivendite fuori mura. I vertici della federazione tabaccai, forse proprio per proteggere la trattativa, cercano di gettare acqua sul fuoco della protesta bollando come «iniziativa di singoli» lo sciopero del biglietto iniziato ieri con tanto di cartello in alcune rivendite. «Siamo sicuri che riusciremo a trovare un’intesa» dice infatti Maria Bonaldo, responsabile regionale dei tabaccai, «il confronto con Mom riprenderà subito dopo le ferie e contiamo sia proficuo. Qualcuno si sta agitando, ed è libero di farlo, ma sarebbe meglio evitare».
Il problema sta proprio nelle scadenze di questa trattativa, quella che molti speravano venissero fissate ben prima dell’1 gennaio evitando di fatto l’entrata in vigore della “convenzione” (mai parola fu meno appropriata).
Ad avere la peggio ieri sono stati i tanti turisti o viaggiatori occasionali sprovvisti di abbonamento, biglietto multi corse, o numero di telefono Mom per fare il biglietto via Sms. Hanno dovuto fare la spola. Altri si osno rassegnati a pagare il rincaro a bordo.
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