Bibanesi, ricetta anti-crisi Più fatturato e assunzioni

URBANO. Una quindicina di dipendenti assunti nel 2011 e un fatturato che quest’anno supererà i 15 milioni di euro: La Da Re Spa, che nel 1989 ha registrato il marchio Bibanesi, si rivela decisamente in controtendenza rispetto alla crisi e si regala una nuova immagine. Sarà Mordillo, il noto disegnatore argentino, a dare vita alla decima serie speciale delle confezioni dei bocconcini di pane stirati a mano prodotti tra Bibano di Godega (dove si trova la sede principale) e Zoppè. Una firma importante su un prodotto che ha visto il suo packaging diventare «d’autore» già con nomi del calibro di Altan, Emilio Giannelli, Forattini, e Nicoletta Costa. Guidata da Giuseppe Da Re, 69 anni, anche a lui artista per passione e dai figli Armando, Francesca e Nicola, l’azienda conta attualmente 93 dipendenti, divisi tra le due sedi. Nel 2000, quando è sorto lo stabilimento di Zoppè, i dipendenti erano circa 40, meno della metà, e la realtà continua a crescere: sono 15 le assunzioni effettuate lo scorso anno grazie a una dilatazione dei turni di lavoro ed è già in programma la realizzazione di una terza sede. Trend positivo anche per il fatturato: dai 13.707.524,12 euro del 2011 a 15.763.652 euro nel 2012, segnando così un più 15%. Ma dietro i risultati vi sono le persone spiega Giuseppe Da Re, che al suo ufficio preferisce il contatto diretto con i dipendenti. «L’idea di creare un pane sempre fresco da far arrivare sulla tavola degli italiani nacque nel 1989, quando il panificio di Bibano aveva raggiunto un tal livello che il numero di punti vendita da rifornire costringeva me e i miei dipendenti a ritmi di lavoro intensi. Così, anziché trasformare gli impianti in processi automatizzati Da Re si inventò qualcosa che mantenesse intatta l’artigianalità ma che consentisse di lavorare a ritmi più contenuti e non più in piena notte. Dopo un periodo di sperimentazioni nel 1989 nacquero i Bibanesi. Nel 2011 la sua azienda ha avuto un utile netto d'esercizio di 888.907,85 euro, rinvestito nel miglioramento del processo di produzione. «Da 13 anni non ho mai utilizzato una lira o un centesimo di euro di utile netto detassato, ma ho reinvestito il 100% di quello che ho guadagnato in azienda», dice l’imprenditore. «Le macchine non devono eliminare l’uomo», dice Da Re, che ha fatto della stiratura manuale uno dei punti di forza del suo prodotto, «l’innovazione tecnologica deve rendere il lavoro più sereno e meno pesante». Attualmente l’azienda è in grado di produrre 3 milioni di Bibanesi al giorno. Il prodotto è stato inserito per decreto tra quelli “tipici” e il legame dell’azienda con il territorio è forte. Ne è un esempio il fatto che ogni anno vengono accolti oltre 1000 alunni delle scuole della provincia.
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