Betty, uno schianto inspiegabile: verrà fatta l’autopsia

QUINTO. Sarà probabilmente disposta l’autopsia per capire cos’è accaduto venerdì sera attorno alle 19 in via Tognana a Santa Cristina, dove ha perso la vita Elisabetta Dalla Riva. Com’è possibile che la Panda su cui viaggiava la 57enne sia finita in quel modo contro un platano, messa letteralmente di traverso rispetto al senso di marcia? Una distrazione, un guasto o Betty, come la chiamavano gli amici, ha avuto un malore? A terra non ci sono segni di frenata, e nessun pneumatico è esploso. La vettura ha preso una traiettoria inusuale, che purtroppo è risultata fatale. Ma ieri è stato il giorno, oltre che delle tante domande ancora senza risposta, del lutto e del dolore. Elisabetta Dalla Riva era conosciutissima a Paese, dove aveva vissuto a lungo e lavorava, a Quinto, dove ora risiedeva, e anche a Treviso. Per Betty ci sarà un rito funebre buddista: «Vogliamo rispettare le sue volontà», spiega il fratello Silvio. Da anni aveva incontrato la dottrina giapponese di Nichiren Daishonin, che coltivava insieme ad un gruppo trevigiano. «Betty era un inno alla vita», la ricorda Federica Bisso, che aveva conosciuto l’amica proprio frequentando il gruppo buddista. «Una persona con un grandissimo cuore, una donna che si dedicava moltissimo agli altri. Aveva un bel caratterino, era decisa, non aveva di certo paura di dire come la pensava. Insomma, sapeva anche essere spigolosa, come spesso sono le persone che fanno una carriera professionale come la sua. Si litigava, ma poi era la prima a ricomporre».
Elisabetta era responsabile commerciale delle Poste, in particolare intratteneva i rapporti con le grandi aziende. Una donna che garantiva fatturati a sei zeri all’ente, tanto che più volte aveva ottenuto dei premi annuali per il suo lavoro. Ma Betty era molto attiva anche fuori dall’ambito lavorativo. Appassionata di moto, era socia del Motoclub Paese e non si tirava mai indietro quando c’erano da organizzare raduni e manifestazioni. Recentemente aveva anche contribuito a una raccolta fondi per l’associazione di Paese “Non voglio mica la luna”. Insomma, una donna che non si tirava mai indietro. E anche per questo il comitato sostenitore del sindaco Francesco Pietrobon l’aveva voluta inserire nella squadra alle ultime elezioni amministrative. Betty si era candidata nella lista del Nuovo Centro Destra. Non era sposata, lascia i cinque fratelli Antonio, Giulia, Serrano, Paolo e Silvio. «Era una persona esuberante», la ricorda Silvio, «per questo aveva molti amici. Era molto concentrata sul lavoro, in cui aveva ottenuto grandi risultati, ma si impegnava tanto in paese».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso