Benetton: «Treviso cresce, io mi impegno»

L’imprenditore promuove la città e rilancia la candidatura 2020. «Ora via i parcheggi dal Duomo»
de wolaski AG.FOTOFILM treviso conferenza stampa luciano benetton
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Luciano Benetton racconta che negli anni Ottanta lo «tirarono per la giacchetta» perché si trasferisse a Milano, e rispose no. «Sarei andato a Milano, ma non volevo stare in periferia...» scherza, «ero più utile in una città piccola», la sua città.


San Teonisto, e prima ancora ex Tribunale e carceri, dimostrano la sua partecipazione concreta al rilancio della città. Una discesa in campo?


«Ho deciso di riportare alla luce un edificio che insiste in un quadrante nobile della città, ma da tempo dimenticato. Con Scarpa abbiamo lavorato per un restauro che potesse segnare il passo e dare una indicazione. Stessa cosa abbiamo fatto con le ex carceri dove verrà aperta a breve un altro spazio culturale con le opere di “Imago mundi”. Ora è l’importante che anche la città, e la giunta, ci siano vicini. La compartecipazione è quella che conta. Anche altri si facciano avanti».


Parla di altri imprenditori?
«Parlo di proprietari certo, imprenditori, ma anche di amministrazioni pubbliche. Il rapporto pubblico privato oggi è la chiave per far crescere una città come Treviso e riportare la luce in luoghi abbandonati».


Lei ha promosso l’amministrazione Manildo, ha messo la Fondazione Benetton a lavoro per il progetto di “Treviso capitale della cultura”. Guarda alla città con fiducia?


«A Treviso si vedono turisti, eventi, un centro che interessa e vive, è la strada giusta, la città sta crescendo bene. Con San Teonisto per il 2020 la città avrà un piccolo gioiello in più su cui contare per valorizzarsi a pieno e al massimo».


All’epoca – era il 2009 – acquisto la ex chiesa all’asta dal Comune di Treviso a 1,1 milioni. Quanto è costata l’intera opera di riqualificazione?


«Sono sincero, non ricordo».


Il rione ora sta fiorendo di cantieri. Che ne pensa?


«È un bene, ed è bene che la zona torni a rivivere, San Nicolò è sempre stato un luogo importante per la città, va valorizzato».


Vale lo stesso per il Duomo, dove il gruppo ha trasferito la sede di Edizioni. La piazza però è ancora un progetto in sospeso...


«Va riqualificata, a partire dalla strada che oggi è da rifare, ma anche i parcheggi... io li toglierei».


Un messaggio senza tanti giri di parole a Ca’ Sugana?


«Beh... la piazza è potenzialmente bellissima, e l’abbiamo visto anche nel corso degli eventi, non ultimo il Tiramisù Day dell’ultima fine settimana, quanto piacevole sia senza il traffico. Credo che questa sia la strada per valorizzare uno spazio importante della città».
(a.z.)


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