Beffa al Molinetto: fondi inutilizzabili

Per il governo non è calamità naturale: i soldi della Regione hanno i vincoli del Patto, e vanno usati entro il 15 dicembre
Di Andrea De Polo
Demarchi Refrontolo la forza del torrente Lierza
Demarchi Refrontolo la forza del torrente Lierza

REFRONTOLO. La tragedia del Molinetto della Croda, per il governo, non è stata una calamità naturale. I soldi che la Regione ha stanziato per aiutare le popolazioni colpite dall’alluvione, quindi, sono soggetti al Patto di Stabilità. I lavori di sistemazione di strade, argini, frane e danni vari subiti sono equiparati a qualsiasi altra opera pubblica, e vanno eseguiti con soldi propri, in attesa dell’arrivo del milione di euro da Venezia, e al posto di altre opere pubbliche, per non sforare il tetto di spesa imposto dalla “spending review”. Ciliegina sulla torta: l’obbligo di essere completati e pagati entro il 15 dicembre, pena la perdita del contributo regionale.

Una beffa gigantesca per i sindaci di Refrontolo, Cison, Pieve di Soligo e Tarzo, che con toni forti si scagliano contro Roma. Si aspettavano di poter utilizzare il milione di euro, deliberato il 5 agosto da Luca Zaia, come un contributo straordinario, senza i vincoli del Patto e senza dover parcheggiare le altre opere, senza soprattutto dover correre per ultimare tutto entro dicembre (un problema non da poco per Refrontolo, che ha avuto a lungo l’area interessata dalla tragedia sequestrata per le indagini). Insomma, se la Regione ha fatto la sua parte (259.700 euro per Refrontolo, 450 mila Tarzo, 258 mila Cison, 31.773 Pieve), non altrettanto si può dire dello Stato.

È stata la sindaca di Refrontolo, Loredana Collodel, a dare per prima l’allarme in consiglio comunale, poche sere fa: quel milione di euro (sufficiente appena a tamponare l’emergenza) dovrà rispettare la spending review, ferme tutte le altre opere, bilancio rivoluzionato e corsa contro il tempo per rendicontare tutto al 15 dicembre. La Collodel, sempre molto “British” nella polemica, ha ricordato: «Finora la crisi l’abbiamo fronteggiata da soli, chiudendo un cassetto qui, e aprendone uno lì». Più sanguigno il collega di Tarzo, Gianangelo Bof: «Io sono infuriato. Mi chiedo, perché esponenti del governo sono venuti qui “in gita” a perdere tempo? Per ben due volte? Il ministro Gian Luca Galletti era ai funerali delle quattro vittime, ma dove sono gli aiuti concreti?». Bof si riferisce alle recenti visite di sottosegretari a Refrontolo, Follina e Valdobbiadene (Ilaria Borletti Buitoni e Barbara Degani): “toccate e fuga” con tante strette di mano e pochi soldi. Non è tenera nemmeno la sua collega di Cison, Cristina Pin: «Assurdo e ridicolo, stiamo toccando il fondo».

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