«Basta gare sportive in centro storico»
I negozianti chiedono di spostare le corse podistiche e ciclistiche allo stadio: «Lì ci sarebbero anche le strutture di supporto per gli atleti». L'ira dei commercianti: «Senza lavoro con le strade chiuse al traffico»
MONTEBELLUNA. Basta chiudere il centro alle auto nel finesettimana per le manifestazioni sportive. E' la richiesta che arriva dai negozianti e dagli esercenti del centro storico dopo aver provato per un paio di volte le strade chiuse: prima un sabato per una corsa podistica, poi una domenica per una corsa ciclistica. Non ce l'hanno con le manifestazioni sportive, ma chiedono di spostarle dove non creino problemi di viabilità.
Per la 10 miglia del Montello, corsa podistica svoltasi di sabato pomeriggio con arrivo in centro storico, avevano protestato i negozianti ritrovatisi senza clienti; la corsa ciclistica del Veloce Club, con partenza e arrivo davanti al municipio di domenica pomeriggio, aveva invece provocato le ire dei pubblici esercenti. In quell'occasione erano state lasciate aperte le piazze sud, solitamente pedonalizzate la domenica pomeriggio, ma con gli sbarramenti messi alle rotonde di via Sansovino era in pratica impossibile arrivarci in macchina.
«Quando è finita la corsa hanno impiegato dieci minuti a togliere le transenne e a riaprire le strade - fa notare Maurizio, del Caffè Roma - che senso aveva allora metterle ben prima che iniziasse la corsa bloccando in pratica gli accessi al centro storico? Fatto sta che per tutto il pomeriggio in centro era impossibile arrivarci. Corse podistiche e ciclistiche vengono fatte in tutte le città, anche in quelle più importanti, ma fanno arrivare gli atleti sempre allo stadio, non nel centro storico. Perchè non fanno così anche a Montebelluna col beneficio di non creare difficoltà alle attività commerciali? Poi allo stadio ci sono anche le strutture di supporto che possono essere utili agli atleti. In questo modo si eviterebbe di bloccare le attività commerciali, perchè quando le strade che portano in centro sono chiuse, non arriva nessuno».
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