Barzan, la Procura contro la scarcerazione

Dalla Costa: «Ignorate le nostre prove». Il marito della vittima: «Sgomenti ma vogliamo ancora credere nella giustizia»
Poloni Treviso Michele Dalla Costa nuovo Procuratore capo tribunale treviso
Poloni Treviso Michele Dalla Costa nuovo Procuratore capo tribunale treviso

quinto. «L’impianto accusatorio rimane lo stesso. Sono convinto che la custodia cautelare in carcere fosse una misura necessaria e ora valuteremo se ricorrere al Tribunale del Riesame». Parole di Michele Dalla Costa, capo della Procura di Treviso, che commenta così l’ordinanza del giudice Angelo Mascolo che lunedì ha revocato la misura della custodia cautelare in carcere per Christian Barzan, 22 anni, accusato di essersi lanciato volontariamente contro la macchina guidata da Giuseppina Lo Brutto per uccidere la ex fidanzata e uccidere sé stesso. «Siamo sgomenti per la spettacolarizzazione di quanto è accaduto», ripete invece il marito Flavio Cagnato, «Per la profonda mancanza di rispetto per la vita umana e per il dolore arrecato alla famiglia, pretendiamo rispetto e che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Vogliamo poter credere ancora nella giustizia ma al momento l’unica certezza è la sofferenza per la morte di Giusy».

l’ordinanza

«Le certezze indiziarie», ha scritto il giudice Mascolo, «mostrano qualche incrinatura. Nel telefonino dell’indagato indatti sono stati ritrovati numerosi messaggi datati 8, 10, 12, 13, 14, 15, 16 maggio 2019 il cui contenuto (ti amo.. mi manchi da morire.. mi manchi così tanto.. mi sento male..) mal si accorda con la tesi sostenuta dalla ragazza e, cioè, che questa fosse vittima di stalking. Per il motivo che questi messaggi sono stati tutti scritti da lei». Con queste parole il giudice inizia a smontare l’impianto accusatorio della Procura. «Riesce difficile a questo punto pensare che la vittima si potesse ritenere molestata da Barzan», aggiunge Mascolo, «che addirittura, aveva azionato il sistema elettronico per bloccare la ricezione dei messaggi da parte della ragazza». Viene poi esclusa un’altra circostanza riferita dalla 21enne, ossia che questa aveva già denunciato Barzan per stalking: «È esclusa dalle risultanze del “Registro di iscrizione indagato”». Per questo, aggiunge Mascolo, «risulta grandemente compromessa la credibilità della denunciante» e il magistrato aggiunge poi che è «assolutamente urgente che vengano assunti elementi di prova» in relazione ad una telefonata tra la figlia e la madre avvenuta intorno alle 23.30 e ciiè venti minuti prima dello scontro.

la perdita di controllo

«Non si vuole qui adombrare l’esistenza di un dolo di calunnia a carico della vittima», scrive Mascolo, «si vuole evidenziare la possibilità che, nello stato di grave stress esistente, questa abbia male interpretato la situazione e ritenuto volontaria una perdita di controllo causata solo da un colpevole stato di stress del Barzan, la cui colpa gravissima è stata quella di non fermarsi mentre litigava e di continuare a guidare in condizioni mentali alterate provocando così, seppur non volendo, la tragedia». Quindi il giudice Angelo Mascolo spiega la motivazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora, ossia la necessità «di evitare che il Barzan torni alla guida per combinare altri guai, previa revoca della misura in essere».

le reazioni

«Ci sono nuovi elementi che abbiamo presentato ma che non sono stati valutati», ha detto Dalla Costa, «bisogna sapere che a volte le donne vittime di stalking sembrano accondiscendere al loro persecutore solo per evitare guai peggiori. Per noi c’è stata violenza sessuale ed è evidente che il rapporto non era consensuale ma legato a minacce e pressioni». Ma l’avvocato Fabio Crea, che difende il ragazzo, sottolinea «la soddisfazione perché il giudice ha valutato in maniera critica sia quanto presentato dall’accusa sia quanto presentato dalla difesa. Riteniamo di aver offerto documenti utili per la ricostruzione della verità». In questo senso Crea sottolinea l’importanza dell’esclusione della precedente denuncia per stalking che la ragazza aveva detto di aver presentato nei confronti di Barzan. Una circostanza che la 21enne aveva riferito al personale del Suem immediatamente dopo l’incidente stradale. «Una circostanza», scrive il giudice , esclusa dalle risultanze del Registro di iscrizione indagato dimessa dalla difesa, dal quale nulla emerge in tal senso». —

Giorgio Barbieri

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