«Barca in regalo», imprenditore truffato

«Regalo barca, a vostro carico solo le spese di spedizione». Un annuncio allettante, non c’è che dire. Troppo bello per essere vero. Lo ha scoperto, a sue spese, un artigiano trevigiano di quarant’anni: l’uomo, dopo aver pagato più di duemila euro in tre “rate”, ha capito di essere caduto in un tranello. E ha presentato denuncia alla polizia postale di Treviso.
Tutto inizia con l’annuncio che il trevigiano legge sul sito www.annunci-qui.com: il fantomatico proprietario di una barca, un modello Quicksilver 540 con motore Mercury da 90 cavalli, ha deciso di liberarsi del natante. Lo fa gratis, dice, ma c’è un solo problema: la barca si trova in Africa, in Benin nello specifico. A carico del destinatario del “regalo” ci sarebbero solo le spese burocratiche del passaggio di proprietà e quelle di spedizione. Si parte con una prima richiesta di 700 euro per i documenti del passaggio di proprietà. Documenti che sembrano veri, con il tramite del consolato italiano in Benin. Il trevigiano si fida, e paga. Spera che sia fatta, ma è solo l’inizio. Dopo qualche giorno, infatti, arriva un’altra richiesta economica: 780 euro per una fantomatica conversione dei documenti. Sperando che sia davvero l’ultima volta in cui gli tocca metter mano al portafoglio, l’artigiano trevigiano paga di nuovo.
Comincia a costicchiare, quella barca. E non è ancora finita. Dopo un po’, infatti, il Quicksilver ancora non si vede ma in compenso si vede benissimo l’ennesima richiesta economica: 425 euro per una serie di presunti “certificati di conformità”. Gli garantiscono che stavolta siamo davvero all’ultimo miglio (nautico, magari), e allora il trevigiano, ancor più a malincuore e con un residuo filo di speranza, paga ancora. Chissà che sia la volta buona, pensa.
No, non è così. Puntuale, alla faccia della barca gratis, arriva l’ennesima richiesta di denaro, stavolta per agevolare (dice il mittente) il passaggio della barca alla dogana di Ventimiglia. Nonostante il trucco del “regalatore”, che fa credere che la barca ormai sia a un passo dall’Italia, il trevigiano dice basta: non paga, e presenta denuncia alla polizia postale di Treviso.
Le indagini sono in corso per cercare di risalire all’identità dell’inserzionista. La polizia intanto mette in guardia: occhio, esche del genere sono sempre più frequenti, e dietro presunti regali di auto e barche a chi si accolla le spese per il passaggio di proprietà si può nascondere la truffa. (f.p.)
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