Banche, rivoluzione degli orari. Aperte il sabato e anche di sera

Cassa di Risparmio del Veneto inaugura il nuovo corso: la prima filiale a partire sarà quella di Corso del Popolo, in città. I dipendenti faranno due turni. Sindacati: così si salva l’occupazione. Soddisfatti i consumatori
TOME' TREVISO CASSA DI RISPARMIO DEL VENETO IN P. BORSA
TOME' TREVISO CASSA DI RISPARMIO DEL VENETO IN P. BORSA

TREVISO. Sportelli bancari aperti fino alle 20 e addirittura il sabato mattina, dalle 8 alle 14. È la nuova frontiera delle liberalizzazioni che questa volta, anziché negozi e centri commerciali, riguarda i servizi bancari.

A fare il primo passo trevigiano in questa rivoluzione degli orari sono tre filiali della Cassa di risparmio del Veneto. Dopo i negozi aperti fino a sera, tutti i giorni della settimana, anche le banche, uno tra servizi più incompatibili con l’ orario d’ufficio, inizieranno ad effettuare orari estesi per agevolare i loro clienti. Il nuovo modello di servizio che prevede l’orario esteso, introdotto dall’ultimo contratto nazionale, è stato adottato da Intesa Sanpaolo per gli sportelli di Carive e Cassa di Risparmio del Veneto.

Entrerà in vigore nelle prossime settimane in tre filiali della provincia di Treviso, due in centro storico e una a Mogliano. In questo modo gli utenti non saranno costretti a chiedere un permesso da lavoro per poter risolvere tutte le incombenze connesse all’apertura di conti corrente, richiesta di mutui, spese, bonifici, F24.

Le parti sindacali fanno trapelare che ad inaugurare l’orario esteso sarà la Cassa di Risparmio del Veneto di Corso del Popolo a partire da fine febbraio. Seguiranno la filiale in via Indipendenza in centro città e quella di Mogliano .

In Veneto, l’orario esteso è già stato introdotto a Mestre nella sede di piazzetta Matter, a Venezia in campo Manin a San Marco, nella filiale di Cerea, di Vicenza in corso Palladio, a Monselice in via Roma, in piazza Eremitani e in via Guizza a Padova e a Solesino.

La scelta è ricaduta sulle filiali che hanno un organico adeguato per fare fronte alla gestione dei turni ma a febbraio, con la chiusura di circa sette sportelli «non performanti», l’iniziativa sarà estesa. A livello nazionale la possibilità di estendere l’orario delle banche è prevista dal contratto nazionale siglato nel gennaio 2012.

In realtà era stabilita anche dal vecchio contratto, ma fin qui non era stata applicata da nessun istituto. Intesa San Paolo, con i suoi sportelli Carive e Cassa di Risparmio del Veneto, è dunque la prima. In tutto saranno 500 gli sportelli coinvolti in Italia da questa piccola rivoluzione.

Le tre filiali rispetteranno il seguente orario: 8-13.40, 14.40-20 per i giorni feriali. Per il sabato invece 8-14. Per ora non sono previste integrazioni di personale. Due diversi turni previsti per i dipendenti. Per quelli con contratto di 37 ore settimanali dalle 8 alle 16.30, dalle 11.48 alle 20, in mezzo un’ora di pausa pranzo. Per quelli con contratto da 36 ore dalle 8 alle 14, anche il sabato mattina. Per i sindacati si tratta di «una misura che ci vede favorevoli perché funzionale al mantenimento dei livelli occupazionali e quindi all’assorbimento di eventuali eccedenze che in questo modo vengono riaccorpate», ha spiegato Massimo Riccola, Fisac Cgil, «inoltre questa operazione garantisce all’azienda una maggiore produttività».

Ora sul tavolo restano ancora alcuni punti da discutere sull’applicazione del nuovo modello: la possibilità nello specifico di prevedere l’orario continuato e la chiusura degli sportelli alle 19 e l’interscambiabilità tra dipendenti delle varie filiali a seconda delle esigenze familiari rispetto a questi nuovi orari.

Favorevoli alla rivoluzione degli orari sono le associazioni dei consumatori: «Oggi è vero che esiste l’home banking ma ribadisco sempre che la tecnologia può essere la più grande nemica se non la sai utilizzare», ha commentato Carlo Garofolini, presidente Adoc, «le banche si stanno adeguando ai nuovi stili di vita, è giusto che tutti i servizi ai cittadini seguano questa strada. I servizi devono essere a favore dell’utente, sperando che la contropartita sia però il mantenimento dei posti di lavoro».

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