Badante nel consiglio pastorale «È la Chiesa dell’integrazione»
CONEGLIANO. La Chiesa dell’integrazione, non solo quella della carità o della solidarietà. E, infatti, Oxana, una badante di origine ucraina, è stata nominata nel nuovo consiglio pastorale, che è l’organo di maggiore partecipazione dei laici nella chiesa diocesana di Vittorio Veneto. Questa apertura è un segnale in più per capire perché monsignor Corrado Pizziolo, il vescovo, è stato nominato dalla Cei presidente ad interim della Caritas italiana e della Pastorale della salute. Sarà lui, in sostanza, a dare la linea, per conto dei vescovi, a chi nella Chiesa italiana opera in questi due delicati settori. Ed è stato proprio Pizziolo, alla prima uscita pubblica nella nuova veste, a dare l’annuncio ieri, alle badanti ucraine (ma non solo), radunate all’Immacolata di Lourdes, che a una loro connazionale è stata assegnata una rappresentanza tanto autorevole. La festa delle badanti, organizzata dall’Ufficio Migrantes, è consistita prima in una solenne messa in rito bizantino e in lingua ucraina, con melodie struggenti, poi in una tavola rotonda conclusa da Pizziolo e incorniciata da un sobrio buffet. Commentando il Vangelo, Pizziolo ha spiegato alle numerose collaboratrici familiari che il Messia «non è il benessere, non è avere tanti soldi e nemmeno il successo», ma Gesù che – ha specificato – «si è messo in fila con i peccatori». È, insomma, l’amore. Il vescovo ha pure spiegato che «tutti siamo creature di Dio, gli uomini, gli animali, le piante» e che suoi figli siamo in virtù del battesimo. Al di là di ogni altri distinzione. L’incontro sui temi dell’integrazione, con testimonianze di due ucraine da lungo tempo nella Marca, è stato moderato da don Mirko Della Torre. Ha riferito che 10 mila sono gli occupati nei lavori domestici in provincia, di cui 7.500 stranieri (per la grandissima parte badanti), che però sono in progressiva in diminuzione. Tatiana e Julia, le due testimonial intervenute, hanno fra l’altro detto di sperare che presto termini la guerra nel loro Paese e che «ci sia, nella nostra terra, più sviluppo ancora che in Italia».
Pizziolo, che ha raccontato di avvalersi anche lui di una collaboratrice ucraina in vescovato, le ha tutte rassicurate, confermando che «verso di voi non c’è ostilità”, perché di voi i trevigiani hanno bisogno. L’ostilità, invece, a volte viene manifestata nei confronti dei richiedenti asilo»; «purtroppo», ha chiosato il vescovo. Monsignor Pizziolo si è detto poi rammaricato perché non sempre, nelle case degli assistiti, viene portato alle badanti il rispetto che si meritano, «e che invece», ha affermato, «deve esserci». Ha dimostrato loro vicinanza non solo per i sacrifici che sono chiamate a sopportare, ma in particolare per la sofferenza in famiglia che si lasciano alle spalle. Le ha pure incoraggiate a «mantenere il legame, soprattutto spirituale» con il loro paese; il legame anche identitario, ha anche specificato. —
F.D.M.
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