Azienda troppo rumorosa L’ultimatum del Comune

CODOGNÈ. Il Comune di Codognè dà un ultimatum all'azienda, perché dopo due anni non ha ancora ridotto i rumori. A fare un esposto contro la Moras Arredamenti erano stati i parenti dei titolari che vivono dietro allo stabilimento di via Ancillotto, infastiditi dal rumore dei compressori. I tecnici Arpav ancora nel maggio 2016 avevano evidenziato sforamenti dei limiti previsti per le emissioni acustiche delle apparecchiature, risultando superati sia i limiti stabiliti dal regolamento comunale che quelli previsti dalle norme nazionali. «Il compressore rotativo e l'impianto di aspirazione ed espulsione dei fumi della pressa di termoformatura - avevano evidenziato l’Arpav - eccedono il limite differenziale». Così già all'epoca il Comune aveva emesso un'ordinanza, che era però rimasta lettera morta. Entro quindici giorni l'azienda avrebbe dovuto prevedere un piano di bonifica certificato da un tecnico competente in acustica ambientale. «Con ordinanza del 30 maggio 2016 si ordinava alla ditta Moras Arredamenti di adottare con effetto immediato nelle modalità operativa, tutti gli accorgimenti necessari a limitare le emissioni rumorose, in particolare riguardo alle aree confinanti con le abitazioni», si legge nel documento emesso dal Comune di Codognè lo scorso 17 aprile. «Non risulta invece ancora eseguito alcun intervento per ridurre le emissioni acustiche entro i limiti di legge - hanno attestato i tecnici comunali nei giorni scorsi - né si ha riscontro che la ditta abbia adottato gli accorgimenti necessari a limitare le emissioni rumorose». Questo, secondo il Comune, ha costituito un caso di «inquinamento acustico che determina implicazioni igienico-sanitarie con pregiudizio sulla salute pubblica». Perciò è stato intimato di provvedere entro 15 giorni a realizzare le soluzioni necessarie a ridurre i rumori, altrimenti scatterà una denuncia penale per inosservanza di un provvedimento dell'autorità. La ditta in alternativa potrà ricorrere al Tar impugnando l’ordinanza, con tempi che si allungherebbero. Proprio di fronte ai giudici del tribunale amministrativo regionale si era combattuta una lunga battaglia in passato tra le parti. I rapporti tra parenti non sarebbero mai stati idilliaci. Una causa era sorta già nel 1988 e si era protratta fino al 2004, perchè i cugini avevano chiesto un risarcimento a seguito di un ampliamento della sede aziendale (che fu concesso dal Comune). Lo stabilimento è situato a pochi passi dal centro del paese, di fronte all'ex caserma Maset. Il problema è però riguarda l’area sul retro della fabbrica, dove vivono i congiunti dei proprietari.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso