Auto e denaro spariti, l’allarme cresce Il titolare rassicura: «Risolverò le cose»

Dopo le denunce dei clienti è la volta dei fornitori, al centro degli accertamenti Marco Piccin della Vittorio Veneto Automobili 

VITTORIO VENETO «Non sono un truffatore. L’attività economica non è andata come speravo e sto cercando di risolvere i problemi». Marco Piccin è frastornato dalla vicenda che lo ha travolto. Il giovane imprenditore vittoriese, titolare dell’autosalone Vittorio Veneto Automobili è accusato di aver truffato clienti incassando soldi senza mai consegnare le auto promesse.

«Sono un ragazzo di 34 anni che ha tentato di avviare una sua attività, purtroppo ci sono state cose che non hanno funzionato», aggiunge afflitto. «Non sono scappato, sono qui, l’attività è ancora aperta, non ho chiuso. Non ho fregato la gente, ora sto tentando di salvaguardare tutto». Intanto l’inchiesta su di lui si allarga. Gli accertamenti dei carabinieri hanno permesso di documentare che Piccin si è reso protagonista di altre truffe ai danni di ignari acquirenti di autovetture. Un accertamento riguarda una concessionaria Audi di Conegliano. L’azienda ha riferito di aver dato in conto vendita due auto a Piccin, ma dopo aver saputo dei problemi finanziari dell’imprenditore, ha deciso di ritirarle. Scoprendo così che una di questa, del valore di 4 mila euro, era stata nel frattempo venduta.

I documenti di circolazione erano ancora nella disponibilità del concessionario Audi che non aveva avuto avviso della vendita da Piccin, né i soldi. Un nuovo episodio riguarda poi la compravendita di tre autocarri, comprati per il valore di 96 mila euro da parte di una azienda vittoriese, mezzi che non erano nella disponibilità di Piccin, ma di un’altra azienda.

Secondo gli investigatori, Piccin risulterebbe insolvente con fornitori terzi, sia per vetture in conto vendita, che per auto per le quali erano previste riparazioni. Le accuse emerse ieri riguardavano tre casi. Un vittoriese aveva stipulato un contratto per l’acquisto di un’auto, pagando l'intera somma di 15.200 euro, senza mai ricevere il mezzo in consegna. L’auto, infatti, è risultato intestato a un'altra società che l’aveva affidata in conto vendita a Piccin per un breve periodo, riprendendosela dopo pochi giorni. L’auto pagata in anticipo dall’ignaro cliente prevedeva anche l’installazione del gancio di traino e dei sensori di parcheggio presso un’officina di Conegliano.

Il secondo caso riguarda una coppia di coniugi di Cappella Maggiore che aveva stipulato un contratto per l’acquisto di un’auto nuova, versando un acconto di 1.500 euro senza mai ricevere in consegna il veicolo e senza riavere il denaro versato. Infine, un altro acquirente di Cappella Maggiore è risultato aver stipulato un contratto per l’acquisto di un’auto, versando un acconto di 2.500 euro. Anche per lui niente auto e nemmeno i soldi. La scorsa primavera Marco Piccin aveva denunciato il furto di una supercar dal salone Vittorio Veneto Automobili di via Rizzera, all’ingresso sud della città, aperto un anno prima. A sparire nel nulla era stato il pezzo “più pregiato”, una potente Audi RS 3 nera, usata ma in ottime condizioni. Una vettura di pregio del valore di 25 mila euro.

Del passaggio dei banditi non era rimasta alcuna traccia nelle immagini delle telecamere. Nell’occasione del “colpo” era stata anche sventrata la cassaforte a muro. All’interno erano custodite tutte le chiavi delle auto, parcheggiate all’esterno, oltre a documenti, carte di credito e quattromila mila euro in contanti. «Credo che l’Audi non sia stata rubata per essere rivenduta», aveva dichiarato Piccin, «è la classica auto che viene utilizzata per compiere rapine o grossi colpi». I carabinieri intanto hanno invitato altre possibili “vittime” che hanno perso i loro conti in acquisti di autovetture fantasma. —

Francesca Gallo

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