Atassia, Nostra Famiglia sperimenta cura

CONEGLIANO. Una speranza, supportata da anni di ricerca scientifica: ieri mattina, alla Nostra Famiglia di Conegliano, l’istituto di ricerca “Medea” ha annunciato l’avvio di una nuova sperimentazione terapeutica per combattere l’atassia di Friedreich, una malattia genetica che si manifesta nell’adolescenza con movimenti goffi, frequenti cadute e problemi nel linguaggio, dovuta alla degenerazione del midollo spinale e del cervelletto. Una malattia rara, portata all’attenzione dei cittadini di Conegliano e dintorni dalle storie di due ragazze della zona che ne sono affette, Emma Della Libera ed Elisa Ceschin. E proprio a Conegliano, ieri, è stato piantato un nuovo seme di speranza. Dodici pazienti, nei prossimi mesi, sperimenteranno una nuova cura: «È stato ottenuto il parere favorevole dall’Agenzia Italiana del Farmaco» spiega l’istituto Medea «la nuova terapia sperimentale si baserà sull’azione dell’interferone gamma, un farmaco in grado di indurre la produzione della proteina mancante. L’obiettivo dell’équipe dei ricercatori del Medea è quello di verificare le potenzialità di questo farmaco, già utilizzato per la cura di malattie granulomatose infiammatorie». È presto per cantare vittoria, ma qualche passo in avanti è stato fatto. Lo spiega Andrea Martinuzzi, neurologo, responsabile dell’Unità di Neuroriabilitazione del polo Veneto del Medea di Conegliano e Pieve di Soligo: «Forse non è la cura risolutiva di questa malattia, perché non è ancora conosciuto appieno il meccanismo che porta dalla assenza di fratassina ai danni rilevati nei diversi tessuti. Questo aspetto però non impedisce la ricerca di un trattamento che possa bloccare la malattia. Bisognerà poi affrontare il problema autorizzativo chiedendo all’azienda farmaceutica di spendersi per ampliare le indicazioni terapeutiche del farmaco, e quello di sostenibilità finanziaria interpellando Stato e Regione». La sperimentazione è approvata, e anzi incoraggiata, dall’Associazione “Ogni giorno per Emma”, fondata dai genitori di Emma Della Libera, che dopo lo sconforto iniziale della diagnosi non si sono mai arresti nel cercare di sconfiggere, o quantomeno combattere, l’atassia di Friedreich. (a.d.p.)
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