Ascotrade, Busolin scende dopo 10 anni

«Mandato indimenticabile, sempre al servizio del territorio: competitività e solidarietà». Ora dovrebbe correre alle regionali

«Dieci anni intensi, in cui ho intrecciato la mia vita lavorativa con la vostra: eravamo quelli che vedono luce e gas, oggi siamo e siete diventanti un riferimento per il territorio, siamo partiti da una fase monopolista per arrivare competitivi e attraenti in pieno mercato».

Stefano Busolin, presidente di Ascotrade, termina giovedì – anzitempo – il suo quarto mandato al timone della controllata di Ascopiave, e scrive una lettera ai dipendenti per congedarsi. Lo Zaia-boy di Paese, uno dei pupilli del governatore, si era insediato nel 2009. Ora, la svolta copernicana della quotata di Pieve di Soligo – ha ceduto il patrimonio clienti della società retail dopo che inizialmente (come voleva la Lega) l’aveva blindato – lo fa scendere dalla poltrona sotto l’albero, mentre la società entra nella galassia di Hera come player delle vendite a Nord Est.

«Se riguardo questi anni, non posso che ringraziare i componenti dei cda e tutti i dipendenti, anche per il lavoro di formazione compiuto: parlano i 150 milioni di utili distribuiti al territorio, le campagne sociali, dalle intese con i sindacati per gli sconti alle famiglie meno abbienti al sostegno alle 20 società sportive attive con i disabili, cui sono particolarmente legato», premette, «E poi le convenzioni con le categorie, le iniziative in cui abbiamo conciliato l’attività di incremento degli utenti con il rafforzamento del legame con il territorio. Ecco, anche da questo punto di vista penso di lasciare, con chi ha lavorato in questi anni, una Ferrari...».

E cita: 70 mila famiglie aiutate con gli sconti sulle bollette, 57 stazioni di ricarica per auto elettriche installate nella Marca, le 197 in Veneto, 3 boschi creati a Treviso, Pordenone, Morgano, quello che nel 2020 sorgerà a Vicenza.

Nel decennio, anche la defenestrazione voluta da Fulvio Zugno, ex presidente di Ascopiave, entrato in collisione con la Lega, che ha poi voluto, con il dominus Toni Da Re, riportare Busolin al timone. Il futuro della società passa per Hera. «Non posso che augurarmi che il patrimonio costituito in tanti anni e il rapporto con i territorio non vengano mai meno, e che anzi si sviluppino ulteriormente», risponde, «personalmente mi rimetto in discussione, con la mia partita Iva. Credo che mi si possa riconoscere il fatto di essere sempre stato presente, tutti i giorni».

Tutti dicono che per lui sia già pronto un posto nelle liste Zaia, alle prossime regionali. «Sono in Lega dal 1998, sempre stato a disposizione: se chiamano, si obbedisce». E nessuna amarezza per la svolta in Ascopiave, che ha messo sul mercato Ascotrade? «Nessuna, è stata una scelta legittima, personalmente non posso che ringraziare per l’opportunità e la fiducia, 10 anni sono un mandato importante».

Fin qui Busolin. Per Asco, il grande giorno è fissato giovedì, a Bologna, quando verrà sancito ufficialmente il passaggio di consegne previsto dal matrimonio Hera-Asco. Nel closing day decollano la nuova Est Energy – oltre 1 milione di utenti, di cui quasi 700 mila acquisiti da Pieve di Soligo e dalle sue controllate, non solo Ascotrade – e la newco che gestirà le reti a Nordest, da Padova a Udine, nuova frontiera di Asco.

Verranno poi ufficializzate le nomine nei cda di tutta la galassia ex Asco: da Ascotrade a Etra, da Pasubio ad Amgas, la controllata di Foggia. L’intento, da quanto trapela, di creare un ticket politico- tecnico, con un esponente di area leghista o di centrodestra e un manager.

Le nozze Hera-Ascopiave vedono un patto nuziale che unisce gli sposi ma ne separa le vocazioni: Asco lascia le vendite, e punta tutto su distribuzione e reti, Hera consolida la posizione di big nazionale. —

A.P.

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