Arsenale in auto, l’arrestato: «Mi difendevo dagli zingari»

PREGANZIOL
Un arsenale per difendersi da un gruppo di zingari che lo avevano minacciato di morte dopo un litigio in discoteca. Lulezim Dila, interrogato dal gip Silvio Maras, ha giustificato in questo modo il mitragliatore israeliano, il caricatore Ak47, le munizioni e la pistola rinvenuti nella sua auto dai carabinieri di Treviso mercoledì sera in via Schiavonia. Lulezim, era finito in manette assieme al connazionale 36enne Koli Rusu e alla moglie romena Sonia Dumitra Rusu, di 25 anni. L'uomo, difeso come gli altri due indagati dall'avvocato Mauro Serpico, ha dichiarato che tutte le armi sequestrate appartenevano a lui scagionando gli altri due. «Le avevo acquistate un mese e mezzo fa a Milano per difendermi da questi zingari che mi avevano minacciato di morte. Le custodivo vicino a casa, questa sera volevo semplicemente spostarle». I tre erano stati arrestati grazie ad una soffiata: fermati nella Lancia Y di Koli Rusu i carabinieri avevano rinvenuto una Beretta con matricola abrasa nascosta nel reggiseno della donna. Nella Fiat Punto di Luelezim avevano trovato un vero e proprio arsenale, nella sua casa anche 30 grammi di cocaina che ieri ha giustificato affermando che erano “per uso personale”. I tre per ora rimangono in carcere.(s.g.)
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