Arredo per ufficio in crisi “Cassa” per 51 alla Frezza

CASALE SUL SILE. È cassa integrazione straordinaria per i 51 dipendenti dello stabilimento di Casale sul Sile di Frezza spa, azienda di punta del Gruppo Doimo e leader nel settore dell’arredamento per l’ufficio. È previsto per questa mattina l’appuntamento al ministero del Lavoro a Roma per dare l’avvio definitivo alla procedura: un anno di cassa integrazione straordinaria, che potrebbe raddoppiare a patto che l’azienda metta in atto un piano di gestione esuberi volto al reinserimento dei cassaintegrati nel mondo del lavoro.
Lo spettro dei licenziamenti s’era palesato chiaramente lo scorso novembre, un’ipotesi che aveva trovato la netta opposizione da parte dei sindacati che seguono la vertenza (Anna Zanoni della Fillea Cgil e Marco Potente della Filca Cisl). Ma problemi persistenti in termini di ordini, volumi e fatturato hanno portato a questo epilogo.
Di fatto l’unità produttiva di Casale è ormai inattiva dallo scorso dicembre. Attiva la sede legale di Vidor che conta 127 dipendenti, che forse potrebbe riassumere una decina di lavoratori dello stabilimento oramai chiuso.
La crisi del settore del mobile che sta colpendo al cuore moltissime aziende del territorio ha segnato anche Frezza, azienda di punta del Gruppo Doimo, un impero che spazia dai salotti alle cucine, dai materassi ai mobili per l’ufficio, comportando un dimezzamento in termini di fatturato. In tempi recenti, per far fronte al calo dei volumi, l’azienda aveva fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria in riduzione d’orario. I sindacati avevano chiesto un progetto per salvaguardare i posti di lavoro, ma l’immobilità del mercato interno ha fatto il resto. Oggi si attende la sottoscrizione della cassa integrazione per i 51 lavoratori.
Frezza spa, oltre allo stabilimento di Casale, conta anche quello di Vidor dove si trova la sede legale: per i suoi dipendenti lo scorso aprile era stata attivata la cassa straordinaria. Prossima a chiudere i battenti, presumibilmente a fine gennaio, è un’altra azienda del colosso di Mosnigo, Doc Mobili di Follina. In tutto 63 dipendenti, la metà dei quali risiedono nel territorio follinese. Un’azienda specializzata nella produzione di mobili componibili per soggiorni e camere all’insegna dell’ecologia. Anche per i suoi dipendenti si profilano due anni di cassa integrazione (che seguirà quella in corso da qualche mese) e due anni di mobilità. Un “paracadute” sociale che rende meno amaro l’epilogo per impiegati, tecnici ed operai delle due aziende un tempo leader nel settore, ma che purtroppo non risolve i problemi occupazionali che questa crisi sta generando.
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