Maxi polo logistico di Arcade: il tribunale boccia il ricorso del comitato
I cittadini avevano impugnato il permesso a costruire. Dopo il no del Tar i residenti andranno al Consiglio di Stato

Il polo logistico di via Gravoni ad Arcade ha superato lo scoglio del Tar: il ricorso presentato dal comitato cittadino contrario è stato giudicato inammissibile.
Ma è già stato annunciata l’intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato, secondo grado della giustizia amministrativa.
Con la sentenza n. 2393, pubblicata lo scorso 15 dicembre, il Tar del Veneto ha messo un punto – forse non ancora quello finale – alla vicenda che vede coinvolti un gruppo di residenti in via Gravoni. Il progetto prevede uno stabile logistico di 27.491 metri quadrati, lungo 275 metri, largo 99 e con un’altezza massima di 15 metri.
Un “gigante” pensato per ospitare un flusso costante di merci, dotato di 27 baie di carico per camion, 32 stalli per la sosta dei mezzi pesanti, 39 parcheggi privati e 6 pubblici.
Numeri che, secondo i ricorrenti, stravolgerebbero un’area finora lontana dal caos industriale. Nonostante le critiche mosse dai cittadini – che hanno impugnato il permesso a costruire lamentando carenze nella viabilità, l’assenza di una valutazione di incidenza ambientale e la mancanza di un adeguato beneficio pubblico – il Tribunale Amministrativo Regionale ha dichiarato il ricorso inammissibile.
Una decisione che poggia su un vizio procedurale: secondo i giudici, i ricorrenti avrebbero dovuto impugnare una delibera precedente (risalente all’aprile 2024) e non solo il permesso di costruire finale.
Il Tar, inoltre, ha deciso di non condannare i cittadini al pagamento delle spese legali.
Soddisfatto il sindaco di Arcade, Domenico Presti, che vede confermata la correttezza dell’operato degli uffici comunali.
«Sono lieto che il Tar abbia riconosciuto che il lavoro ricalca i dettami di legge — ha dichiarato il primo cittadino —. Non si tratta di una volontà politica, ma di un diritto del proprietario del fondo: quell’area è edificabile a scopo logistico sin dal 2008». Presti ha poi ricordato che la scelta politica di innalzare il limite del fabbricato da 10 a 15 metri risale al 2022 e ha rassicurato sulla viabilità.
«Il permesso è convenzionato. Abbiamo imposto la costruzione di una rotatoria dedicata e ho chiesto la realizzazione di una pista ciclabile per collegare la località Madonnetta al centro di Arcade».
Di parere opposto il gruppo di minoranza Civica per Arcade, che parla di una battaglia tutt’altro che conclusa. «Il giudice non ha detto che l’opera è giusta — sottolineano i consiglieri —. Il verdetto è tecnico, non di merito. Siamo convinti che questo polo distruggerà via Gravoni, trasformandola in un viavai di rumore e cemento».
Con il supporto dei propri legali, il gruppo sta ora valutando con il ricorso al Consiglio di Stato per ribaltare la sentenza e bloccare quello che definiscono un “sacrificio inaccettabile della vivibilità del quartiere”.
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