Apinox, ricorsi respinti anche dalla Cassazione

Legittimi gli accertamenti per evasione fiscale da parte dell’Agenzia delle entrate relativi ad operazioni indebite con l’estero  
Di. B.

CONEGLIANO

Evasione fiscale in seguito a un accertamento della Guardia di finanza di Conegliano e successive cartelle dell'Agenzia delle entrate, la vicenda si conclude in Cassazione dopo dieci anni di battaglie nelle commissioni tributarie. Un doppio ricorso in terzo grado dell'imprenditore Sergio Zanchettin, socio e legale rappresentante della Apinox srl, è stato bocciato. I giudici della Corte suprema l'hanno condannato a pagare anche le spese legali di 4.100 euro all'Agenzia delle entrate, per ciascuno dei due ricorsi.

L'Apinox è da quarant'anni tra le più prestigiose realtà produttive dell'Inox Valley nel Coneglianese. Zanchettin fu tra gli imprenditori della “Lista Pessina”, una vicenda giudiziaria che tra il 2009 e 2010 vide coinvolti anche una dozzina di industriali trevigiani per presunta evasione fiscale e il trasferimento di capitali all'estero. Per tutti nel penale si chiuse subito con un patteggiamento e una multa minima. Le Fiamme gialle di Conegliano contestarono alla Apinox un maggior reddito, per l'anno 2006, di 134.900 euro, come indebite deduzioni di costi relativi ad operazioni inesistenti.

Zanchettin presentò ricorso contestando in particolare il secondo accertamento e la commissione tributaria provinciale gli diede ragione. La Corte tributaria del Veneto invece dichiarò la legittimità della cartella. Inoltre l'industriale aveva contestato un altro accertamento. Si è arrivati così in Cassazione con un doppio ricorso. Le motivazioni delle sentenze sono state rese pubbliche il 4 gennaio. Gli Ermellini, che hanno condiviso e confermato l'operato della sezione tributaria regionale, hanno così rigettato il ricorso. —



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