Ammanchi nei conti, bancario nei guai

Un altro caso di bancario sotto accusa. Un’altra vicenda di risparmio tradito. Un altro buco al centro degli accertamenti della Procura. Succede, stavolta, alla BancaTreviso - Gruppo Popolare di Marostica- di piazza Indipendenza, nel cuore del centro storico.
Lì, fino a una quindicina di giorni fa, lavorava M.S., residente a Conegliano dove è conosciutissimo perché appartenente a una famiglia molto in vista della città. L’uomo se ne è andato, spiega la direzione dell’istituto di credito, a seguito della scoperta di alcune irregolarità nei conti dei clienti. Più precisamente: M.S. ha lasciato il suo lavoro dopo la sparizione di circa 350 mila euro dal deposito di un risparmiatore, ma l’ammanco potrebbe essere superiore e riguardare altri clienti. M.S. ha firmato una lettera di dimissioni assumendosi - è sempre la ricostruzione della direzione - la responsabilità dell’accaduto. Il bancario, tramite il suo legale, fa sapere che ha ammesso sì le irregolarità, ma che si tratta di errori materiali e che non ha intascato quei soldi. Treviso Banca, che ha scoperto l’accaduto, che ha subito sistemato il conto del cliente e che sta verificando eventuali ulteriori irregolarità, ha annunciato l’intenzione di presentare denuncia. Nel frattempo si è già mossa la Procura di Treviso a cui è arrivata una lettera anonima. Lettera con cui l’ignoto estensore racconta il buco - definendolo una «nuova Nes» con riferimento al caso Compiano - e fa inoltre riferimento ai trascorsi di M.S. dimostrandosi molto informato. Perché, come sostiene il corvo, non sarebbe la prima volta che il bancario finisce nei guai per aver svuotato i conti dei clienti: c’è un precedente e risale al decennio scorso, quando l’uomo lavorava come promotore Mediolanum e come tale si era intascato 111.500 euro; la somma l’aveva poi in parte restituita, ma la Consob, nel 2007, lo aveva radiato dall’albo dei promotori. M.S. non è comunque rimasto a piedi: nel 2005 è stato assunto da una banca vicentina e nel 2008 è approdato a Banca Treviso. L’impiegato non faceva attività di sportello, ma dal 2012 era senior private banker, alle dipendenze del direttore commerciale e si occupava di acquisire clienti in tutto il Nord Italia. Il problema è che poi qualcuno di quei clienti lo avrebbe pure alleggerito.
La ricostruzione della banca.Questo, perlomeno, ritengono i vertici di BancaTreviso: «Ci siamo insospettiti per alcune situazioni strane», spiegano alla direzione dell’istituto, «Le immediate verifiche ci hanno fatto scoprire le irregolarità sul conto di un cliente. Abbiamo subito sistemato la posizione del risparmiatore e contestato a M.S. l’accaduto. Lui si è assunto la colpa e ha firmato le dimissioni. Gli accertamenti sono però ancora in corso: volevamo avere chiara tutta la situazione prima di presentare denuncia. Che abbiamo deliberato la scorsa settimana in consiglio e che depositeremo domani in Procura». La magistratura, comunque, si è già mossa: il procuratore capo Michele Dalla Costa ha ricevuto la lettera anonima in cui si sostiene che «il dipendente M.S. si è dimesso dopo aver prosciugato i conti dei clienti». Si dice inoltre che la banca avrebbe rimborsato i risparmiatori più grossi, ma altri clienti minori sarebbero nella stessa situazione.
Il meccanismo.La direzione dell’istituto precisa che le irregolarità riguardano un’unica posizione, ma che i controlli sono ancora in corso. Stando alle primissime verifiche, quelle interne all’istituto, M.S. si sarebbe appropriato dei 350 mila euro attraverso alcuni bonifici all’apparenza disposti dal cliente. In realtà l’ex promotore sarebbe riuscito a modificare le disposizioni che arrivavano via mail dal risparmiatore: in tal modo le operazioni apparivano del tutto regolari. I bonifici non venivano fatti direttamente da M.S., ma da altri dipendenti della banca che avevano tale, specifica, mansione. L’uomo si sarebbe assunto la responsabilità dell’accaduto. Ma, appunto, escludendo qualsiasi violazione e spiegando che si è trattato di errori. Errori come quelli del decennio scorso.
Il precedente. «Svolgeremo direttamente in ufficio un'attività di consulenza globale, mentre per quanto riguarda le operazioni di cassa tradizionali, i clienti potranno effettuare bonifici e quant'altro telefonando da casa o dall'ufficio, senza la necessità di raggiungere la filiale. E i nostri clienti potranno risparmiare tempo e denaro sfruttando le risorse della moderna tecnologia». Era il marzo 2000 quando M.S. - studi al liceo classico Concetto Marchesi, un’esperienza nel mondo delle assicurazioni e all’epoca dei fatti promotore finanziario - annunciava l’apertura in corso Vittorio Emanuele a Conegliano della seconda agenzia della Banca Mediolanum. Parole, le sue, che suonano beffarde alla luce di quanto accaduto soltanto quattro anni dopo, quando venne alla luce un grave ammanco ai danni di una risparmiatrice da lui seguita. Il 20 dicembre 2004 la cliente in questione inviava infatti a Mediolanum un reclamo con cui disconosceva quattro bonifici da 40 mila euro complessivi, eseguiti via Internet sul suo conto e a favore di una signora a lei del tutto sconosciuta. La cliente sosteneva inoltre che il promotore, di fronte alla richiesta di spiegazioni, l’aveva rassicurata sostenendo che si trattava di un errore e le aveva altresì mostrato una nota contabile da cui risultava l’accreditamento delle somme prelevate per sbaglio. In realtà, stando ai successivi accertamenti di Mediolanum, quel denaro non era stato restituito alla correntista. Ma non solo: alla stessa erano state sottratte ulteriori somme, per un totale di 111 mila 500 euro, accreditate nei conti dei familiari del promotore (che della cosa erano del tutto ignari). M.S. aveva infine ammesso di essersi appropriato di quel denaro; alla direzione dell’istituto aveva spiegato di aver fatto i bonifici utilizzando i codici segreti per operare on-line del marito della cliente, deceduto qualche mese prima. Banca Mediolanum aveva a quel punto allonato il bancario, mentre la Consob, nel novembre 2007, lo aveva radiato dall’Albo. Fine della carriera? Al contrario. Nel maggio del 2005 - scrive M.S. nel suo profilo Linkedin - viene assunto alla Popolare di Vicenza dove ci resta per tre anni, fino all’aprile del 2008, anno in cui approda a BancaTreviso. Qui ricopre l’incarico di vice responsabile Finanza fino al gennaio 2011, quando entra nella direzione commerciale dell’istituto Nel febbraio dello scorso anno, infine, diventa senior private banker.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso