Allo Iov fa il debutto la pillola high-tech Il film nell’intestino con la microcamera

All’Istituto Oncologico Veneto si sperimenta la nuova Pillcam Consente colonscopie non invasive e diagnosi più efficienti 
Davide Nordio

castelfranco

Una pillola-telecamera al posto della colonscopia: è l’innovativa tecnica diagnostica che debutterà a fine mese nel reparto di Gastroenterologia dello Iov a Castelfranco. Questa soluzione permetterà di includere nelle terapie preventive e di diagnosi precoci un maggior numero di persone grazie al suo carattere non invasivo rispetto alla tecnica tradizionale. La capsula-microcamera si chiama “PillcamColon 2”: «La maggior parte dei pazienti valutati ambulatorialmente per sintomi intestinali senza caratteristiche d’allarme presenta disturbi di tipo funzionale: in questi casi la colonscopia risulta normale o rileva alterazioni non significative da un punto di vista clinico. A volte, purtroppo, la colonscopia», sottolinea il dottor Alberto Fantin, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia con sedi a Castelfranco Veneto e Padova «può risultare disagevole per il fastidio legato all’insufflazione dell’intestino e al dolore che ne consegue, richiede sedazione endovenosa e in alcuni rari casi può comportare complicazioni».

Il sistema per endoscopia con capsula è composto da tre componenti principali: la pillola deglutibile, il registratore e un apposito computer per la stazione di lavoro. La capsula – monouso – ha la forma e la dimensione di una compressa (11x32 mm) e viene ingerita con un po’ d’acqua. Durante il suo passaggio attraverso l’apparato digerente acquisisce immagini simili a quelle ottenute dagli endoscopi e le trasmette al registratore indossato dal paziente. Terminato l’esame, le immagini memorizzate nel registratore vengono trasferite su un apposito computer per la lettura e la conseguente diagnosi. Il vantaggio è che il paziente sarà libero di muoversi per tutta la durata dell’esame e dopo tre ore potrà anche alimentarsi: intanto la “pastiglia” compie il suo “reportage” all’interno dell’intestino che si conclude nel giro di 6-8 ore e a questo punto il paziente può tornare a casa. Insomma niente sedazione e nessun problema di essere assistito per il rientro a casa, come invece può capitare per la colonscopia classica. E non richiede la sospensione di terapia anticoagulanti.

«Considerato che fare diagnosi precoci nei casi sospetti e poi seguire in follow-up i pazienti è uno dei compiti dello Istituto Oncologico Veneto» sottolinea il Direttore Generale, Patrizia Benini «abbiamo ritenuto importante introdurre questa metodica che, prioritariamente, sarà rivolta ai soggetti che rientrano nel campo specifico di attività dello Iov che sono la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle patologie oncologiche, nello specifico dell’apparato gastroenterico. Con la microcamera-pillola investiamo nella personalizzazione dell’approccio». —



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