Adesca una minore sul web, donna a processo
Una trentenne di Sanremo avrebbe inviato foto senza veli ad una ragazzina di Fontanelle chiedendole di fare altrettanto. Chiederà i lavori socialmente utili

Adesca sul web una minorenne di Fontanelle, mandandole foto senza veli e chiedendole di fare altrettanto. Ma stavolta a compiere il reato di adescamento di minorenne non è un uomo ma è una donna di 30 anni, C. T. di Sanremo che è finita a processo.
A settembre del 2026 la prima udienza, nel corso della quale, l’imputata, attraverso il suo legale, chiederà di poter accedere all’istituto della Messa alla Prova (Map, ndr) che le permetterà di accedere ad un programma di lavori socialmente utili che, una volta ultimati, verrà prosciolta con sentenza di non doversi procedere.
I fatti risalgono al periodo del lockdown, tra il 2020 e il 2021. Navigando sul web, attraverso Instagram, la donna, mascherata da un falso account, aveva conosciuto la minorenne di Fontanelle, con la quale aveva inizialmente scambiato una chat parlando di vari argomenti.
Ad un certo punto, la donna ha messo in atto il suo piano perverso. Parlando di sesso, le ha mandato delle fotografie di sè nuda, senza mai mostrarsi in volto. Ed aveva chiesto di fare altrettanto alla minorenne.
Come spesso accade in queste occasioni, sono i genitori a capire che, dietro a silenzi o imbarazzi, si nasconde del malessere nei figli. Ed infatti così è successo. Guardando nel telefonino della figlia, si sono accorti della chat che intratteneva con un’altra persona.
Dopo averne parlato con la figlia, i genitori sono andati a denunciare i fatti nella più vicina stazione delle forze dell’ordine. È partita così un’indagine per adescamento di minori cui ha partecipato anche la polizia postale che ben presto è risalita all’identità della donna.
Ora l’imputata, per estinguere il proprio reato, dovrà prestare servizio gratuito presso un centro di accoglienza di immigrati di Sanremo. A titolo di risarcimento, come atto simbolico, ha donato 100 euro all’ospedale pediatrico di Genova.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso