Addio Germana, ostessa e moglie di Secondo

Una vita con il marito nella storica osteria di piazza Ancilotto. E creava le pigotte Unicef

Le sono state fatali le conseguenze di una caduta per un ictus. Il suo cuore non ha retto alle complicazioni.

Aveva 78 anni, Germana Pivato, mancata martedì, e che ieri pomeriggio tanti amici hanno salutato alla basilica di Madona Granda nell’ultimo abbraccio ai familiari.

E’ stata la sacerdotessa del Prosecco, se è vero che il marito Secondo Scandiuzzi è tuttora il sacerdote supremo in città, avendo nel palmares il tempio dell’osteria di piazzetta Ancilotto, dietro piazza dei Signori, gestita dai due per 24 anni.

L’aveva avviata nel 1969, in una Treviso in bianco e nero, nella più classica tradizione. Ma Secondo, reduce dall’esperienza al Canevon, è stato subito l’oste che ha intuito in anticipo sui tempi – autentico profeta – l’appeal e le potenzialità di quelle bollicine genuine, in un vino certamente meno impreziosito esteticamente, ma che portava ai trevigiani il fascino della colline. Erano i tempi in cui il Cartizze era avvolto da una sorta di leggenda, e l’eventuale torbidezza dei calici non disturbava, anzi.

Un’esperienza pioniera, oggi che si celebra il boom delle bollicine made in Treviso, pardon oggi in Veneto e Friuli, anche in pianura.

Germana, che era nata a Fontane, è stata sempre al fianco di Secondo: 57 anni di matrimonio. Una spalla preziosa, fedele, insostituibile, a casa e nel lavoro. Insignita anch’ sa dell’Aquila che spetta ai maestri del commercio, ha scandito un’era, da quel bancone di piazzetta Ancilotto, meta preferita di migliaia e migliaia di trevigiani. E non a caso l’osteria era diventata ben presto un’istituzione, un riferimento, per i trevigiani, ma anche per chi veniva da fuori. «Ha saputo conciliare famiglia e lavoro come poche» dicono gli amici, «con una dedizione e un impegno che non è mai venuto meno».

E poi la sua generosità il suo cuore infinito, l’impegno nel volontariato. E’ stata fino all’ultimo una delle creatrici delle pigotte, le famose bambole dell’Unicef che le mette in vendita per sostenere i progetti a favore dell’infanzia.

Germana lascia il marito Secondo, i figli Daniela e Roberto, la nipote Clara, e tre tra fratelli e sorelle.

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