Addio a Rastrelli Il prete che combattè usura e azzardo

SAN BIAGIO . Ha cambiato la vita di oltre duemila giovani. L’usura e il gioco d'azzardo le due “bestie” con cui, attraverso la fede di gesuita attento, aveva deciso di combattere. In mano il Vangelo, unito ad una profondo attaccamento a Medjugorje. Poi umiltà, determinazione ed umanità a contraddistinguerlo da sempre. Padre Massimo Rastrelli, 89 anni il prossimo aprile, è mancato ieri a Rovarè di San Biagio, nell’abitazione di via Montegrappa sede della sua comunità. Personaggio colto, determinato, conosciuto e apprezzato in tutta Italia, è rimasto lucido fino alla fine. «Saluta tutti», le ultime parole rivolte alla signora Maria Forlin, che lo affiancava da anni. Originario di Portici, alle porte di Napoli, si era ritirato nella Marca da circa vent’anni. Qui, tra gli anni 90 e 2000, aveva dato vita al progetto “Lavoro ai giovani meritevoli San Giuseppe Moscati”, portando migliaia di giovani campani in difficoltà - in particolare per l’azione di strozzini - a lavorare in provincia di Treviso. Ad oggi, oltre 300 di loro, si sono stabiliti nella Marca, ricostruendosi una vita. Di fatto, padre Massimo ha regalato loro un nuovo inizio, una rivincita con se stessi e con la società. D'altronde le realtà del sud le conosceva bene, c’era nato e dopo essere entrato nell’ordine dei Padri Gesuiti, venendo ordinato sacerdote nel 1958 e divenendo guida di una parrocchia di Napoli, aveva insegnato filosofia e religione in più licei cittadini.
Poi gli interventi all'interno del cosiddetto “Movimento di Medjugorje”, facendo da raccordo nelle questioni legate al culto e al relativo riconoscimento da parte del Vaticano tra fatti, devoti ed autorità ecclesiastiche, fino alla sua opera più importante: l'avvio, nel 1991, delle attività della Fondazione Antiusura, la prima in Italia. Una vicinanza diretta, un aiuto concreto alle famiglie indebitate e strozzate dall'usura o dal gioco. Azioni trasferite anche nella Marca, dove - oltre a continuare ad organizzare pellegrinaggi a Medjugorje, oltre 100 in totale quelli in cui ha fatto da guida spirituale a migliaia di pellegrini di tutta Italia - ha tessuto legami e relazioni, facendosi apprezzare da tutti.
«Era un personaggio sempre attento alle persone», dice Fiorenzo Lorenzon, da anni sostenitore delle attività di padre Massimo a Treviso, «è rimasto attivo fino alla fine, di un'intelligenza ed una lucidità davvero rare. Domenica scorsa abbiamo festeggiato assieme a degli amici di Brescia: è stato fondamentale nella vita di molti». La notizia della scomparsa di padre Massimo ha raggiunto anche il sindaco di San Biagio Alberto Cappelletto: «Lo conoscevo personalmente e posso dire che è stato il punto di riferimento per molte persone, anche della nostra comunità. Mancherà». Domani pomeriggio, alle 15 nella chiesa di Rovarè, verranno celebrati i funerali di padre Massimo, a cui probabilmente si unirà anche Marija Pavlovic, una delle veggenti di Medjugorje a cui il religioso era profondamente legato. Venerdì, invece, la cerimonia al Gesù Nuovo di Napoli.
Alessandro Bozzi Valenti
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