Addio a Maria delle Grazie contessa Brandolini d’Adda

Solighetto. Domani i funerali in forma privata della nobildonna elegante discreta Infermiere volontaria in guerra, amava la musica lirica e l’arte. Aveva 94 anni
PIEVE DI SOLIGO. Domani, alle 14.30, si celebrerà il funerale della contessa Maria delle Grazie Brandolini d’Adda, che tutti chiamavano Graziella, morta sabato mattina, all’età di 94 anni, nella casa di riposo di Santa Maria di Feletto. Le esequie si svolgeranno in forma privata nella chiesa di Solighetto, che lei frequentava ogni domenica sera per la messa. «E questo è un motivo in più di riconoscenza», afferma il parroco monsignor Giuseppe Nadal, «perché la chiesa è dovuta alla pietà e alla munificenza del conte Gerolamo Brandolini Rota che la fece costruire dalle fondamenta a sue spese e la dotò del relativo patrimonio quando l’8 dicembre 1856 divenne parrocchiale».


Una chiesa quasi di famiglia, dunque, per i Brandolini, ai quali si deve anche la vicina villa. Le esequie sono strettamente familiari, come ci hanno confermato i parenti. La nobildonna, peraltro, ha sempre tenuto molto alla riservatezza. «Era una signora semplicemente straordinaria», così la ricorda Clementina Viezzer, che conduce il ristorante “Al Castelletto”, ed era quindi la più vicina di casa, «La conoscevo da 60 anni e posso dire, a ragion veduta, che era davvero meravigliosa. Buona, solidale, generosa, stupenda insomma. Mi mancherà molto».


Una donna schiva, non solo riservata, dalla presenza discreta ed elegante, per nulla invasiva nelle terre che per lungo tempo furono segnate dai Brandolini.


Maria delle Grazie era figlia del conte Carlo Brandolini d’Adda e di Maria Josè Alvares Pereira del Melo. Nata a Venezia nel 1923, nel corso della seconda guerra mondiale, anziché starsene nei palazzi, aveva prestato la propria opera come infermiera. Da volontaria, ovviamente. Sprezzante del pericoloso e con autentico senso della dedizione sociale.


Amava la musica, la lirica in particolare. Nel 1948 ha sposato il conte Leonardo Arrivabene Valenti Gonzaga, luogotenente di Vascello della Marina italiana. Il palazzo Papadopoli sul Canal Grande, oggi un albergo a 7 stelle, è stato la loro dimora. Con tanto di affreschi del Tiepolo. Ed ecco, appunto, l’amore della contessa per l’arte, oltre che per la musica. Morto il marito, quando era ancora giovane, ha provveduto da sola a far crescere i tre figli, trasferendosi prima a Pieve di Soligo e poi a Roma. Imparentata con la famiglia Agnelli (suo fratello Brando Brandolini d’Adda, aveva sposato Cristiana, sorella di Gianni e Umberto), è sempre stata legata a quella parentela. Nel 1986 ha sposato, a Vistorta di Sacile, dove appunto i Brandolini hanno una tenuta, Raffaello de Banfield, direttore del teatro lirico di Trieste; tra i testimoni doveva esserci anche il grande maestro Von Karajan, rimasto a Vienna perché ammalato. Col suo nuovo marito è andata a vivere a Trieste. Nel 2008 la morte anche di de Banfield. «Il mio auspicio è che la musica che ha composto e la musica tutta, quella che ha tanto amato e che era alla base della sua vita, lo accompagni in questo suo nuovo percorso», è stato il commiato commosso della contessa.


Nella casa di riposo di Santa Maria di Feletto ricordano di Maria delle Grazie la cordialità del tratto, che – testimoniano – faceva la differenza.


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