«Abbandonati alla vigilia di Natale. E noi adesso dove li portiamo?»

CASALE SUL SILE. «E adesso dove li mandiamo?». «Che tempi abbiamo?». «Perché si è rischiato di lasciare per strada trenta anziani in queste condizioni alla vigilia di Natale?». «Dove altro dobbiamo farli ospitare se non c’è posto da nessun’altra parte?». «Sappiamo che questa non è una casa di riposo convenzionata ma è comunque una struttura di qualità, vengono trattati benissimo, dobbiamo spendere 100 euro al giorno e farli accogliere in certi tuguri che servono solo per speculare sulla pelle degli anziani?»..
La proroga
Le domande si accavallano una sull’altra mentre il maggiore dei Nas Giuseppe Mercatali illustra i termini dell’operazione cercando di profilare una soluzione. Il caso “Claudia Augusta” fa emergere i nervi scoperti di un intero sistema. Famiglie divise tra moduli Svama, impegnative di residenzialità negate, liste d’attesa proibitive, costi di accoglienza esorbitanti («dove li troviamo 100 euro al giorno? ») e la necessità di garantire comunque ai propri cari una vecchiaia dignitosa. I trenta che ieri pomeriggio si sono radunati nella hall dell’ex albergo Claudia Augusta arrivano da svariati centri vicini: da Mestre, da Roncade, da Casale. Per loro le strade formali e istituzionalizzate si sono quasi sempre infrante in un vicolo cieco: «Abbiamo fatto compilare i moduli, chiesto l’impegnativa di residenzialità, ma o il punteggio è troppo basso per accedere o le liste di attesa sono troppo lunghe» commenta uno di loro. Alla notizia che la struttura rischia di chiudere i parenti, figli, nipoti, generi, sono spaesati. «Vogliamo che tutto sia in regola» commenta Valeria Saura, una di loro «ma non si possono lasciare le famiglie per terra in questo modo, a due giorni dalle festività. È giusto che ci siano in controlli ma va garantito un ricollocamento, almeno alle persone non autosufficienti». Alla fine, la struttura ottiene una fortunosa proroga, con la raccomandazione ai famigliari di trasferire al più presto gli ospiti in strutture accreditate, facendo riferimento agli assistenti sociali di ciascun comune. «Abbiamo aspettato anni» commenta però un’altra signora, Livia Geromel di Roncade «gli assistenti sociali sono proprio gli stessi che ci hanno costretto a trovare questa struttura come unica soluzione. Da domani ci troviamo punto e a capo».
«Sistemeremo tutto»
La fiducia nel sistema è scarsissima un po’ per tutti. La casa vacanze “Claudia Augusta” assolve praticamente all’assistenza dell’anziano 24 ore su 24. Ci sono infermieri che somministrano farmaci, c’è una cucina che sforna i pasti e c’è il placido paesaggio a ridosso della greenway del Sile. Un ex albergo che non deve più sottostare all’altalena dei flussi turistici. Qui la domanda è sempre alta. Formalmente quella gestita da Giuliano Nalesso, così come viene presentata sul profilo ufficiale, è un’associazione per «l’ospitalità e l’assistenza ordinaria a persone anziane e a persone che, per diversi motivi, non possono vivere autonomamente». «Mi impegnerò con tutti i mezzi per non farla chiudere» assicura Nalesso «sistemeremo le irregolarità riscontrate. Ci sono persone non autosufficienti nella struttura ma questo è l’effetto di un normale decadimento fisico, al momento del loro ingresso le loro condizioni erano diverse». Tutti unanimi, i parenti, nel sottolineare la soddisfazione degli ospiti rispetto al trattamento ricevuto, dal 2013 ad oggi. Adesso sperano che la situazione si risolva al più presto. —
Matteo Marcon
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